L’inflazione è ai massimi storici ma dal governo dei superficiali nessuna soluzione

Il nuovo governo è alle prese con la sua costante propaganda infima e con l’ubicazione di nomi sulle poltrone, di sottosegretari e viceministri, e, nel frattempo, l’inflazione è arrivata alle stelle.

E’ dal 1984 che l’Italia non affrontava una crisi monetaria così grave. Ma il nuovo esecutivo fresco di idee retrò, come quella di ripristinare l’uso del denaro contante nell’era del digitale, continua a improvvisare e a viaggiare a vista complicandosi la vita nell’elencare i problemi, che diventano ogni giorno più gravi, senza esporre mai soluzioni concrete o vie d’uscita efficaci.

Se il governo precedente poteva essere etichettato come il governo dei peggiori il prossimo sarà, con tutta probabilità, quello dei superficiali.

L’inflazione continua a galoppare e ad ottobre ha superato tutte le previsioni attestandosi a 11,9%, da 8,9%, con un aumento congiunturale su settembre del 3,5%.

Ma nonostante la situazione sia ancora lontana dall’inflazione del ’84, determinata dalle due crisi petrolifere dello scorso secolo che portarono il potere d’acquisto al di sotto del 20%, gli analisti prevedono che questa volta andrà addirittura peggio.

Infatti a rendere la situazione ancora più difficile vi sono i dati riguardanti le buste paga dei dipendenti che hanno beneficiato di un aumento pari a zero da settembre ad agosto e di un irrilevante +1,2% nel mese di settembre 2021.

Ritmi insostenibili

I beni alimentari hanno avuto una crescita oltre la doppia cifra, con farina e olio di girasole in testa a tutti che sono aumentati rispettivamente del 37% e 61% rispetto allo scorso anno.

Tuttavia la Meloni, di giorno in giorno, afferma che bisogna agire ma, per il momento, nessuna soluzione o strategia è stata annunciata dalla nuova inquilina di Palazzo Chigi.

A tirare le orecchie al governo ci pensano però i sindacati. Sbarra, Uil, e Fracassi, Cgil, dicono che gli interventi devono essere “immediati” e sostenere i redditi dei “lavoratori dipendenti e pensionati”. Perché con questa inflazione “è come se i lavoratori non ricevessero la tredicesima” dicono dalla Cgil.

Anche le imprese e i consumatori chiedono interventi contro il “caro bollette”, ma, al contempo, l’inflazione continua a galoppare come un cavallo in un deserto di idee e il nuovo esecutivo temporeggia perché, a furia di parlare dei problemi ed evidenziarli, si è lavorato molto poco sulle possibili soluzioni.

Si spera che quanto prima il governo dei superficiali si metta a lavoro per farci uscire con poche ossa rotte da questa crisi.

Altrimenti, per quanto sia stato acclamato il governo politico, potrebbe essere cacciato a pedate nel sedere anzitempo per aver fatto insediare l’ennesimo governo tecnico e aver portato il Paese, ancora una volta, sull’orlo della bancarotta.

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