L’Europa perde tempo sul gas e nel frattempo “c’è chi ci guadagna”

La crisi energetica non cessa e l’Unione europea è sempre più divisa sulla risposta da dare. C’è chi “paga il gas russo molto meno degli altri”, e poi chi “in Europa sta guadagnando moltissimo da questa situazione”, dice il ministro della transizione ecologica, Roberto Cingolani.

Il price cap, il tetto sul prezzo del gas, manda “un segnale ” a chi governerà dopo le elezioni: “forse faremo in tempo con questo governo in carica, altrimenti passerò il testimone, ed i relativi dati, al mio successore”, evidenzia Cingolani che fa capire che la trattativa, a livello europeo, sarà lunga ed incerta.

Il price cap fortemente voluto da palazzo Chigi incontra ancora molte resistenze in Europa. A detta della Germania – uno dei paesi decisivi nell’ottenere il tetto al prezzo del gas in ambito europeo – condivide “in linea di principio”, ma – riferendo di una lunga conversazione avuta con il ministro tedesco Habeck – “il suo governo vuole valutare fino in fondo se non rischia di penalizzare qualcuno dei Paesi membri”.

“Ci sono timori per Paesi più vulnerabili, più dipendenti dalla Russia, e poi c’è chi – spiega Cingolani riferendosi alle difficoltà della trattativa Ue per il tetto – tra i 27, paga il gas russo molto meno degli altri, ed infine c’è chi in Europa, sta guadagnando moltissimo da questa situazione: mi limito a guardare come sono cambiate le bilance commerciali dei 27 membri Ue negli ultimi mesi”.

Un Unione di furbi

“C’è chi in Europa sta guadagnando moltissimo da questa situazione: mi limito a guardare come sono cambiate le bilance commerciali dei 27 membri Ue negli ultimi mesi”.

In effetti paesi come la Norvegia, che si sono sostituiti in parte alla fornitura russa, stanno speculando dalla situazione. Per non parlare dell’Olanda che sta facendo ingenti profitti dal solo aumento del prezzo del gas, poiché è l’unico a detenere il monopolio europeo sul bene quotato alla borsa di Amsterdam.

Ma la soluzione di Cingolani è introdurre rigassificatori e acquistare Gpl che, a parità di consumi, costa almeno il doppio rispetto al gas. Ciò consentirebbe di avere un riparo alla mancata fornitura russa ma non diminuirebbe per nulla il prezzo delle bollette, anzi.

Inoltre la costruzione dei famosi rigassificatori prevede tempi di attesa di almeno 12 mesi e non ci aiuterebbe ad avere fornimenti adeguati per questo inverno ma per il ministro di Draghi guai parlare di razionamento.

“Con la diversificazione dei fornitori abbiamo già dimezzato la dipendenza dalla Russia, se metteremo in funzione il primo rigassificatore all’inizio del 2023 – aggiunge Cingolani – la dimezzeremo ulteriormente e con il secondo nel 2024 raggiungeremo l’indipendenza: lo spettro del razionamento mi fa paura solo se continuiamo a perdere tempo sui rigassificatori”, dice Cingolani.

“E comunque va dato un segnale a tutti i produttori – continua il ministro – l’Europa importa i tre quarti del gas naturale che finisce in gasdotto: è giusto che, come maggior compratore mondiale, contribuisca a definire il prezzo, per tutelare imprese e cittadini”.

Ma nel frattempo il colloquio tra i ministri europei per l’energia è risultato una perdita di tempo.

Un’Europa così non funziona! Nonostante l’emergenza, non è possibile vedere Paesi che mettono davanti all’interesse del Continente o dell’Alleanza Nato i propri interessi nazionali, come Usa, Olanda o Norvegia.

Fino a quando l’opportunismo dei Paesi più prepotenti non viene meno non si potranno mai avere organizzazioni sovrannazionali giuste ed eque.

Con la perdita di tempo e con le soluzioni messe in pratica senza riconoscere limiti e difetti, come reintrodurre il carbon fossile e puntare tutto sul Gpl, ci hanno portati verso un’eutanasia dell’economia europea.

Riconoscere gli errori e cambiare rotta è una cosa che il governo dei “migliori” non può permettersi di fare. Ma la domanda che tutti si fanno è: fino a quando gli italiani potranno resistere a cotanta superficialità, arroganza e ignavia?

Related posts

1 dicembre: il prof. Tudor Petcu e la Giornata della Grande Unione in Romania

Catania, il Congresso di Fratelli d’Italia rielegge Alberto Cardillo, Presidente provinciale del Partito. Le prime indiscrezioni sulle candidature alle Europee

A Catania grande mobilitazione del Pd con un incontro “Un’altra Sicilia. Sanità, Scuola, Sviluppo”