Di avv. Emilio Graziuso
Le recenti decisioni emanate dall’Arbitro per le Controversie Finanziarie, istituto presso la Consob, puntano i riflettori su una problematica di particolare importanza ed impatto, non solo giuridico ma anche socio–economico, quale quello della tutela dei risparmiatori che hanno investito i propri risparmi in titoli illiquidi delle Banche Popolari.
Tali pronunzie sanciscono in più riprese ed in fattispecie differenti dei principi fondamentali della materia, vale a dire gli obblighi di informazione, diligenza, correttezza e buona fede che gli Intermediari devono adempiere nella vendita dei titoli illiquidi e le conseguenze risarcitorie dell’eventuale violazione di tali obblighi.
Nella maggior parte dei casi previsti dall’Arbitro è stato riscontrato che l’Intermediario non ha assolto agli obblighi sullo stesso gravanti (quali ad esempio, quelli concernenti i rischi ai quali si sottoponeva il capitale investito e le modalità di smobilizzo dello stesso) e, di conseguenza, è stato riconosciuto il diritto al risparmiatore al risarcimento del danno.
Oltre all’importanza che tali pronunzie rivestono per il singolo caso di specie, esse sanciscono dei principi giuridici che possono essere applicati anche in altre procedure che vedono coinvolti risparmiatori che hanno acquistato titoli analoghi a quelli per i quali si è pronunziato l’Arbitro, ovviamente, ogni caso deve essere analizzato nel dettaglio e singolarmente per appurare che ne ricorrano i presupposti per poter avviare una azione.
Al riguardo, però, è necessaria una riflessione di più ampia portata. Sono, infatti, venti anni che assistiamo al fenomeno del “risparmio tradito”, il quale periodicamente si ripropone con un numero sempre crescente di persone coinvolte. Sino ad ora, le vittime di questo fenomeno hanno spesso ottenuto il riconoscimento dei propri diritti in sede processuale.
Ma uno Stato moderno non può accontentarsi di questo. Non si può accettare che fenomeni di risparmio tradito si ripetano periodicamente, con conseguenti danni economici per i singoli risparmiatori nonché per le loro famiglie, i quali sono costretti ad intraprendere azioni legali, con i tempi ed i costi che la giustizia comporta. Occorre un cambio di passo a livello normativo e dei controlli.
La tutela del risparmiatore deve essere posta al centro dell’Agenda Politica delle Istituzioni a tutti i livelli, con l’adozione di una legislazione di settore omogenea, completa e che preveda delle sanzioni ben precise in caso di violazione delle norme in essa contenute. Dietro termini quali titoli illiquidi, obbligazioni convertibili, subordinate, dei quali spesso sentiamo parlare in materia di risparmio tradito, si nascondono, infatti, dei veri e propri drammi familiari, di persone che hanno visto andare in fumo i risparmi di una vita con tutte le ricadute socio–economico che ne derivano.