Di Joker
Con l’avvento della pandemia e delle infinite domande riguardanti il virus, la crisi scaturita e il domani che verrà, dovrebbero essere oggetto di studio costante per capire i possibili scenari eventuali scaturiti dalle decisioni prese dai governi.
Uno dei personaggi più illustri e famosi dei fumetti si sarebbe posto alcune domande e avrebbe dato alcune risposte alla crisi che sta mandando nel caos tutto il mondo.
Joker, tendenzialmente matto e istrionico criticherebbe la decisione dei Governi sull’imposizione del lockdown. Spieghiamo il perchè. Per un amante del caos, del degrado e della libertà come joker questa sarebbe una mossa sbagliata.
La restrizione o cosiddetto lockdown serve a tutelarci tutti, su questo non vi è alcun dubbio, ma ci sono ragioni ben più profonde per non applicarlo. Una di queste è la discriminazione sociale. Sappiamo che il coronavirus avrebbe attaccato in maniera equa e caotica i più ricchi della terra, così come i poveri. Invece, con le restrizioni messe in atto, la crisi che scaturirà dopo prende di mira solo le categorie sociali meno abbiette, mandandole in rovina.
Il pensiero di vedere tante famiglie patire la fame è contrario al principio di caos, ma è l’unica condizione generata per far si che la malattia venga debellata senza provocare così tante vittime.
Joker direbbe: se un gruppo di medici, che contrastano l’epidemia, muore, o un gruppo di poveri dovesse soccombere per i morsi della fame non farebbe alcuna notizia, perchè fa tutto parte del piano. Ma se un politico, un vip o una persona facoltosa e importante dovesse morire di virus la gente andrebbe nel panico totale, perché questo è frutto di un caos non controllato.
Per uno amante della libertà e della noncuranza delle leggi come joker le restrizioni sarebbero un bel fardello, inoltre secondo la sua tesi ciò che non ti uccide ti rende più strano o più forte in alcuni casi, e porterebbe ad un cambio di visione del mondo. Ma le restrizioni servirebbero anche a generare caos, tenerci come bestie in gabbia fa crescere l’isteria e la mancanza di libertà scaturisce anarchia. Ognuno seguirebbe le proprie regole e la disperazione di non arrivare alla fine del mese genererebbe frustrazione e cattiveria. Ognuno penserebbe a sé, il più forte calpesterebbe il più debole e così via.
Il cerchio si chiude e questo caos sarebbe il pane quotidiano per un pazzo scellerato come joker e darebbe origine a proteste che scaturirebbero in rivolte che si trasformerebbero in guerre sociali che creerebbero una crisi dei sistemi irreversibili.
Joker, il principe del caos, darebbe consigli ai governi per evitare caos totali.
L’unico elemento per sopprimere caos e rivolte è quello di trovare un equilibrio tra controllo della pandemia e controllo della frustrazione della gente che giustamente non riesce ad arrivare alla fine del mese, quella parte della popolazione che vive con quel poco che produce ogni giorno. Senza questa possibilità potrebbe insorgere e generare molto più caos della pandemia stessa.
Solo l’equilibrio può essere l’arma contro il caos. Proprio come un palloncino, più aria si mette dentro e più lo scoppio sarà forte. Tenere in tensione un palloncino poco resistente può essere nocivo per il sistema, creare scompiglio e destabilizzare può essere controproducente anche per chi vuole sovvertire l’emergenza a proprio vantaggio. Il modo migliore per allentare la tensione è fare più buchi nello stesso istante cercando di accontentare quanta più gente possibile. Si deve giocare sulla quantità e non sulla qualità accontentando quella parte di popolazione pronta ad esplodere.
In questo caso la ridistribuzione dei capitali può essere una soluzione. La politica dovrebbe seriamente attivare programmi ed iniziative per una serissima ma difficilissima redistribuzione della ricchezza e dei redditi, poichè nel caso di persistenza dell’attuale situazione, esiste un rischio concreto ed anche abbastanza immediato, di vere e proprie rivolte che potrebbero anche celare tentativi di espropri e riappropriazioni attreverso l’ausilio della violenza di massa.
I meno abbietti o addirittura i veri e propri nuovi poveri, hanno immediato bisogno di risposte urgentissime, altrimenti alla pandemia medica si aggiungerà una pandemia sociale ed economica in grado di produrre danni e conseguenze di ben altra e devastante portata.