Ieri, il centro storico di Roma è stato blindato. Era da tempo che non si vedeva un dispiegamento di così tante forze dell’ordine per contenere altrettante persone radunatesi in piazza San Silvestro, di fronte agli uffici del Parlamento. Alcuni dei quali senza mascherina.
La protesta continua dei ristoratori non si estingue e lo slogan ‘IoApro’ pare abbia accomunato tante persone che sono stufe di subire la tirannia del virus che ci obbliga a non vivere da un anno, dando vita all’eterno dilemma “Salute o Libertà”. Ma i ristoranti, le palestre, le scuole di danza, le associazioni sportive e tante altre attività, considerate dallo Stato secondarie, sono rimaste chiuse e molte di loro non riapriranno più. Non si può ritenere un lavoro non necessario quando porta il pane a tavola a tante persone.
Ma come sempre, quando si tratta di queste manifestazioni, c’è sempre qualche povero scemo che, nel tentativo di rompere la noia cercando la celebrità per un giorno e vestendosi di nero, va a rovinare quella che era iniziata come una manifestazione giusta e pacifica. Delegittimando in maniera deplorevole la protesta ed eliminando ogni possibilità di dialogo.
Ieri, l’obiettivo dei manifestanti – che hanno scandito cori contro il Governo e il premier Draghi – era raggiungere piazza Montecitorio in corteo. La piazza era stata vietata dalla Questura perché era già prevista una manifestazione di 100 partecipanti. Centinaia di agenti in tenuta antisommossa hanno presidiato tutti i vicoli di accesso alla piazza. I manifestanti da subito hanno messo in chiaro di “non voler rinunciare al diritto di manifestare”, dopo l’ultimatum di 48 ore per le riaperture di bar e ristoranti. Un migliaio di persone si è raccolto in piazza San Silvestro, a due passi da palazzo Chigi in quella che doveva essere inizialmente una protesta pacifica.
Ma tutto è finito in malora durante le trattative tra le forze dell’ordine e gli organizzatori per raggiungere piazza Montecitorio. Sono state fatte esplodere una serie di bombe carta. Alcuni manifestanti hanno provato a sfondare il cordone di sicurezza. Un agente in borghese è stato ferito dal lancio di una bottiglia.
Dopo un po’ di tempo, i manifestanti hanno lasciato piazza San Silvestro e si sono spostati vicino al Parlamento. A sbarrare loro la strada, in via dei Prefetti, a due passi dalla Camera, un cordone delle forze dell’ordine. Un altro gruppo, invece, si è diretto verso piazza del Popolo. Durante il loro percorso, qualche bon tempone, ha dato vita alla sua natura animalesca rovesciando monopattini e cassonetti.
I cori dei manifestanti erano: “Siamo ai domiciliari” “Lamorgese a casa”, dopo le tensioni con la polizia e il lancio petardi, fumogeni e bottiglie di vetro. Mostrando le manette, simbolo degli “arresti domiciliari ai quali siamo costretti da un anno”, i manifestanti rivolti al ministro dell’Interno hanno detto: ‘Noi non siamo criminali ma pacifici. Siamo qui solo per dire che vogliamo lavorare, è un nostro diritto”.
Iniziata come una rivolta giusta, è finita per essere una protesta fine a se stessa; proprio grazie a quei black bloc, per lo più simpatizzanti per il partito xenofobo e filo “fascista” di Casapound, che hanno finito per mandare in malora tutto mostrando atteggiamenti violenti e dando l’impressione all’opinione pubblica di stare dalla parte del torto.
E’ più che stupido fare la guerra ad un poliziotto che prende poco più di mille euro al mese per stare li a farsi massacrare. Fanno parte della stessa ‘classe sociale’ ed è una guerra fra poveri. Loro non prendono le decisioni e non rappresentano il governo.
Non lasciamoci influenzare dagli attacca brighe che hanno passato troppe ore davanti ai video game giocando alla guerra. C’è gente disperata dietro di loro che vuole essere ascoltata e aiutata in maniera pacifica. La gente e la protesta violenta finiscono per distogliere l’attenzione dalle richieste iniziali e giustifica una risposta ancora più dura da parte dello Stato.
Allontanare le teste calde che con la protesta non centrano nulla è un obbligo dei manifestanti. Serve per poter parlare di più e per venir ascoltati meglio! Avanti uniti, la vera forza, in uno stato civile, sta nella non violenza!