Home In evidenza La politica accusa i Sindacati di fare gli interessi dei lavoratori: Ma è uno scherzo?

La politica accusa i Sindacati di fare gli interessi dei lavoratori: Ma è uno scherzo?

by Romano Franco

Dopo mesi e giorni di bocconi amari, tra sblocco dei licenziamenti e riassunzioni a ribasso, ecco che Landini, con la sua Cgil, spalleggiato dalla Uil, ritorna a fare il lavoro per cui viene pagato: Difendere i diritti dei lavoratori indifesi.

Cgil e Uil sono finite sotto attacco della gran parte dei partiti e, addirittura, il sindacato di Sbarra, la Cisl, non ha approvato la mossa.

Primo fra tutti è il sempreverde della Lega Matteo Salvini, che attacca la Cgil e plaude la scelta della Cisl di non aderire alla protesta. “È inspiegabile e irresponsabile la scelta della Cgil di indire uno sciopero poco prima di Natale, dopo che il governo ha tagliato le tasse anche per i dipendenti e i pensionati. Ringrazio la Cisl per il senso di responsabilità che dimostra”. Dice l’uomo che “in-consciamente” aveva influenzato in modo radicale la protesta no mask, no vax e infine No Green Pass.

Inoltre, buon per la Cisl, avere l’approvazione di un fervente sponsor di Confindustria evidenzia non poco la missione fallita nella sua rappresentanza.

Anche il senatore del Pd, Andrea Marcucci non è d’accordo e considera “lo sciopero generale immotivato ed ingiusto. Il governo è oggettivamente venuto incontro alle parti sociali su argomenti determinanti dalla riforma fiscale alla legge di bilancio fino alla questione del caro bollette. Bene ha fatto la Cisl a non prestarsi ad una iniziativa sindacale del tutto immotivata. Cgil e Uil sono ancora in tempo”.

Per non parlare di Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia, a Bruxelles, che ha definito lo sciopero “un errore, soprattutto un danno per la ripresa economica. Credo che Cgil e Uil debbano ripensarci se veramente hanno a cuore la ripresa del nostro Paese”. Ma quando mai la Cgil e la Uil sono state istituite per fare gli interessi dell’industria, si chiede a Tajani.

Accusare un sindacato di fare semplicemente il suo lavoro è un complimento che non ha prezzo; anche se questo significasse acquisire il disprezzo degli “uomini d’onore” della Cisl che hanno mosso la pesante accusa sul progetto “troppo ambizioso” degli altri due sindacati rivali di “fare gli interessi dei lavoratori più poveri”: Una bestemmia negli ultimi tempi.

Ma, dopo aver visto una parte di maggioranza mettersi di traverso alla proposta del premier Draghi, Landini accusa: “Il presidente Draghi ha tentato di proporre un punto di mediazione con la sua maggioranza avanzando l’idea di escludere per un anno dal beneficio fiscale i redditi oltre i 75 mila euro. Su questo è stato brutalmente messo in minoranza dai partiti della sua maggioranza. Questo è un problema molto serio: in questo Paese la maggioranza che sostiene il governo non sa cosa vuole dire vivere con 20, massimo 30 mila euro all’anno. La riforma fiscale del governo – aggiunge il sindacalista – è profondamente sbagliata perché anziché ridurre le aliquote andava allargata la base imponibile dell’Irpef e accentuata la progressività del sistema”.

La riforma, ritenuta da Maurizio Landini ”socialmente ingiusta” va come al solito a privilegiare la classe più agiata della nostra società e deve essere assolutamente cambiata poiché, secondo Landini, “ignora la condizione in cui vive la stragrande maggioranza dei lavoratori dipendenti e dei pensionati e il punto di vista di chi li rappresenta”.

La crisi di rappresentanza e lo strappo sociale si fanno sempre più netti all’interno della nostra società, e accusare un sindacato di fare il suo lavoro rasenta il ridicolo, anche per il paese dell’uomo che ha tentato di trarre in inganno un’infermiera indossando una protesi, solo per ottenere il Green Pass senza ricevere effettivamente il vaccino.

Avanti Cgil e Uil! Che sia la prima di una lunga serie di resistenze atte a preservare gli interessi dei lavoratori. Vi è un’emergenza sociale e l’impresa, non si limita solamente a mettere le basi di una repentina ripartenza, ma è necessario, assolutamente e prima di ogni cosa, riallacciare i tessuti sociali della nostra piccola Grande società, oramai, sempre più dilaniata da opportunismo e interessi di parte.

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