La poetessa americana Gluck vince il premio Nobel per la letteratura

Louise Elisabeth Glück è una poetessa e saggista, nata a New York 77 anni fa e da oggi sarà alla ribalta della cultura mondiale poiché è stata insignita del Premio Nobel della Letteratura per il 2020.

Ha scritrro dodici antologie di poesie e nel 1993 ha vinto il Premio Pulitzer per la poesia con la sua collezione The Wild Iris, ottenendo il primo di una lunga serie di riconoscimenti.

Nel 2014 ha vinto il National Book Award per la poesia, mentre nel 2003 ha ottenuto il prestigioso titolo di poeta laureato degli Stati Uniti.

Ora le è stato conferito il Premio Nobel per la letteratura, massimo riconoscimento mondiale, come dice la motivazione “per la sua inconfondibile voce poetica che con austera bellezza rende universale l’esistenza individuale”.

Insegna poesia all’Università di Yale ed è proveniente da una famiglia di immigrati ebrei ungheresi e trascorre la sua infanzia a Long Island. Il padre, Daniel, dopo un tentativo di divenire scrittore, raggiunge, invece, il successo imprenditoriale gestendo un’azienda con il cognato, coinventore del coltello X-Acto.

Mentre la madre Beatrice, laureata in francese al Wellesley College, in un’epoca in cui era raro che le donne frequentassero l’università, le cominciò ad impartire un’istruzione basata sui classici e sulla mitologia greca, spingendola verso la scrittura poetica sin da piccola.

In adolescenza, Louise soffriva di anoressia nervosa. Al suo ultimo anno alla George W. Hewlett High School, a Hewlett, New York, iniziò un trattamento psicoanalitico, che durò circa sette anni. Scrisse in seguito di quel periodo della sua esistenza: “Ho capito che a un certo punto che sarei morta. Quello che sapevo in modo più vivido, più viscerale, era che non volevo morire”.

In realtà nella malattia si condensò il tentativo e poi risultato dello sforzo di affermare la propria indipendenza dalla madre. Ma in un altro testo, collegò la sua nevrosi alla morte della sorella maggiore, un evento traumatico della famiglia  prima della sua nascita.

Dopo le superiori segue un corso di poesia al Sarah Lawrence College e dal 1963 al 1965 si iscrisse ad alcuni seminari di poesia alla School of General Education della Columbia University, che offre programmi per studenti non a tempo pieno.

Qui ebbe modo di conoscere i poeti Léonie Adams e Stanley Kunitz, che per sua stessa ammissione diventano i mentori significativi della sua maturazione poetica. Abbandonò la Columbia senza laurearsi e Louisa Glück si mantenne con un lavoro di segreteria. Nel 1967 si sposò con Charles Hertz, Jr., dal quale però divorziò quasi subito. Scrisse la sua prima raccolta di poesieFirstborn, nel 1968 ed ebbe una buona critica.

Tra alti e bassi della sua creatività poetica, riprese l’attività dopo il 1971, quando iniziò a insegnare poesia al Goddard College nel Vermont. Le poesie che scrisse in quel periodo, raccolte nel suo secondo libro, The House on Marshland (1975), venne reputata dalla critica la produzione poetica più rivoluzionaria, in cui si rivelò la “scoperta di una voce distintiva”.

Nel 1973 nacque un figlio, Noah, il cui padre, John Dranow, fu un autore con cui iniziò il programma estivo di scrittura al Goddard College.

Nel 1980 viene pubblicata la terza raccolta di Glück, Descending Figure e il libro è accolto con benevolenza dalla critica, anche se non mancarono alcune critiche per il tono e l’argomento.

Fu, infatti, accusata dal poeta Greg Kuzma, con riferimento alla sua poesia ora ampiamente antologizzata The Drowned Children, di essere una “odiatrice di bambini”. In quell’anno, un incendio distrusse la casa della scrittrice nel Vermont e ciò le causò la perdita di tutti i suoi beni. Fu per lei una vera e propria tragedia, scrisse le poesie che saranno poi raccolte nel pluripremiato libro Il trionfo di Achille (1985).

Nel 1984 Glück fu nominata docente senior presso il Dipartimento di inglese della facoltà del Williams College nel Massachusetts e l’anno seguente morì il padre. Dopo questa perdita, iniziò una nuova raccolta di poesie, Ararat (1990), il cui titolo si riferì alla montagna del racconto del diluvio della Genesi.

Nel 1992 pubblicò uno dei suoi libri più popolari e acclamati dalla critica, The Wild Iris, che vinse l’anno dopo il Premio Pulitzer. Nel 1994  si dedicò ad una raccolta di saggi, Proofs & Theorie: Essays on Poetry.

Poi anche a una raccolta di poesie sulla natura dell’amore e sulla crisi di un matrimonio, Meadowlands (1996), seguita da altre due raccolte, Vita Nova (1999) e The Seven Ages (2001).

Nel 2003 viene insignita del prestigioso titolo di poeta laureato degli Stati Uniti. Nel 2004, in risposta agli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001, Glück pubblica un lungo poema, October, diviso in sei parti, che attinge al mito greco per esplorare aspetti del trauma e della sofferenza.

La sua produzione poetica è inarrestabile e numerosi sono stati i libri pubblicati dopo il 2000: Averno (2006), A Village Life (2009) e Faithful and Virtuous Night (2014), con il quale ha vinto  il National Book Award per la poesia.

Nel 2012 ha pubblicata una raccolta di mezzo secolo di sue poesie, Poems: 1962-2012, che è stata definita “un evento letterario”.

Nel 2017 ha dato alle stampe un’altra raccolta dei suoi saggi, American Originality. Nelle copiosa opera della poetessa vincitrice del Nobel i tema del “trauma” è stato sempre centrale.

La Glück durante la sua carriera ha scritto sulla morte, la perdita, il rifiuto, il fallimento delle relazioni e i tentativi di guarigione e ripresa.

Per la poetessa il trauma è tuttavia una porta che conduce a un maggiore apprezzamento della vita. Da questo punto di vista è il contenuto dell’opera Triumph of Achille, diviene emblematico; l’eroe accettando la mortalità è un essere umano più realizzato.

Il rapporto e la lotta tra le forze opposte della vita e della morte nell’opera di Glück sono un altro dei suoi temi comuni e si estrinsecano nel desiderio in tutte le sue forme.

Quindi, la Glück ha spesso scritto in modo esplicito sul desiderio di amore e attenzione, di intuizione o di capacità di trasmettere la verità. Questo approccio al desiderio è sempre contrassegnato dall’ambivalenza e dalla ambiguità.

Il critico Morris sostiene che le poesie della Glück, riflettono “la sua relazione ambivalente con lo status, il potere, la moralità, il genere e, soprattutto, il linguaggio”.

Da sottolineare che tra le preoccupazioni poetiche di Glück vi è la natura e l’ambiente in molte delle sue poesie. Infatti in The Wild Iris, le poesie si svolgono in un giardino in cui i fiori esprimono finzioni di voci intelligenti ed emotive. Mentre in Ararat “i fiori diventano un linguaggio del lutto”,  che è utile sia per la commemorazione che per la competizione tra le persone in lutto per determinare la “proprietà della natura come sistema significativo di simbolismo”.

Tematicamente, la poesia di Glück si distingue anche come una sorta di identificazione etnica, classificazione religiosa o l’affiliazione di genere.

In effetti, la sua poesia spesso nega le valutazioni critiche che affermano la politica dell’identità come criterio per la valutazione letteraria. Resiste alla canonizzazione come poeta con trattino (cioè come un poeta “ebreo-americano”, o un poeta “femminista”, o un poeta “della natura”), preferendo invece mantenere un’aura di iconoclastia, o di mezzo “.

Oggi ottiene questo grande riconoscimento che la colloca nell’olimpo della letteratura e della poesia mondiale.

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