Dopo quasi un anno di guerra la strategia del blocco occidentale è, in maniera evidente, fallimentare e il Consiglio dei ministri, dopo qualche teatrino messo in scena per illudere l’opinione pubblica chiaramente contraria all’invio di armi, si appiattisce sulla politica assunta fino a ieri dal governo Draghi.
E così: “Armi a volontà”.
Il governo si appresta a seguire i diktat che arrivano da Washington e Giorgia Meloni non si ribella minimamente alla linea del presidente Biden al quale si prostra andando contro, per la prima volta, il volere del suo elettorato.
Perciò, l’unica mozione che aveva bisogno di un po’ di nazionalismo e patriottismo, visto che con la guerra in Ucraina l’Italia e gli italiani ci stanno rimettendo e non poco, il governo si appresta a seguire gli ordini non discostandosi minimamente dalla linea intrapresa dall’esecutivo precedente.
Infatti il Consiglio dei ministri, come era prevedibile, ha approvato il decreto che proroga l’invio delle armi in Ucraina andando contro il volere dell’opinione pubblica.
In Ucraina andranno mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari, il tutto, per prolungare la guerra e l’agonia di quella povera gente che, ad oggi, si è ritrovata senza casa, senza libertà di uscire, senza acqua, corrente e, nei casi più estremi, senza la vita.
Lo scopo di questi invii è quello di indebolire sempre più la Russia di Putin e di prolungare il più a lungo possibile una resistenza che ha portato solo sconfitte al governo di Kiev, nonostante la propaganda occidentale.
Per quanto ancora vorranno illudere il popolo ucraino, che il nemico russo possa essere scacciato, solo Biden e la sua amministrazione lo sanno ma, nel frattempo, il governo concede il via libera alle Aule per approvare il cosiddetto decreto Nato “fino al 31 dicembre 2023” e “previo atto di indirizzo delle Camere”, il provvedimento era stato introdotto dopo l’inizio della guerra dal governo Draghi (e che era in scadenza fine 2022).
Dunque, sugli invii, la linea è di continuità rispetto a quanto disposto dal precedente Esecutivo e il Paese continua a soffrire le pene legate alla mancata produzione, dovuta alla scarsità di materie prime, e ad un inflazione senza precedenti per colpa dell’aumento del costo dell’energia.
Dopo un anno di guerra la Nato sta continuando ad ostacolare la vera pace e la diplomazia ponendo un muro contro Mosca che ostacola in maniera perenne la fine del conflitto e prolunga inevitabilmente una guerra che, nonostante i sogni di gloria, può avere un solo epilogo: un bagno di sangue da parte dei russi. Il tutto a discapito dei poveri ucraini e dei cittadini europei.
La fine del conflitto è messa sempre più a repentaglio dalle politiche estremiste che dominano da una parte e all’atra dello scenario occidentale e che ci vede tutti sconfitti in ambito etico e morale.
Ma nonostante la disfatta negli ideali questa cruda guerra vede due grandi vincitori dal punto di vista economico: Usa e Cina. Ai posteri l’ardua sentenza e a noi tutti i guai derivanti.