La destra raggiunge un accordo per il suo premier

Di Mimmo Di Maggio

Il partito con il maggior numero di voti nella coalizione di centrodestra italiana sceglierà il presidente del Consiglio se il blocco vincerà le prossime elezioni, ha affermato l’alleanza mercoledì, mettendo in pole position la leader dell’estrema destra Giorgia Meloni per la carica di vertice.

Il governo di Mario Draghi è crollato la scorsa settimana, aprendo la strada alle elezioni anticipate del 25 settembre, con i sondaggi che suggeriscono che l’alleanza di destra è in una buona posizione per vincere il ballottaggio.

La scelta di un candidato alla carica di primo ministro ha acceso le tensioni all’interno del blocco, che comprende la Lega di Matteo Salvini, Forza Italia di Silvio Berlusconi e Fratelli d’Italia di Meloni, attualmente il partito più popolare della coalizione.

I giornali italiani hanno riferito che Berlusconi temeva che la prospettiva della presa del potere di Meloni avrebbe scoraggiato gli elettori moderati, date le radici post-fasciste del suo partito.

Tuttavia, l’accordo conferma una regola tradizionale all’interno del blocco.

“La coalizione proporrà al Presidente della Repubblica come premier la persona indicata dal partito con il maggior numero di voti”, hanno affermato i partiti di centrodestra in un comunicato dopo un incontro dei loro vertici.

Il gruppo di Meloni ha ottenuto solo il 4% nelle elezioni del 2018, ma ora i sondaggi lo vedono al di sopra del 23%, diventando così il più grande partito italiano davanti al principale gruppo di centrosinistra, il Partito Democratico (PD).

In caso di vittoria, Meloni potrebbe indicare anche qualcun altro della sua scuderia, se lo desidera.

Secondo la legge elettorale italiana, il 36% dei parlamentari sia alla Camera che al Senato viene assegnato con un sistema maggioritario (chi prende più voti vince nel collegio) e gli altri due terzi viene scelto con un sistema proporzionale basato su liste di partito separate.

Questo sistema misto avvantaggia i partiti che formano alleanze per evitare di diluire il sostegno alla loro famiglia politica.

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