Per i capi bulgari, il reclutamento sta diventando un po’ un incubo. L’individuazione di un operatore del tornio, competente o meno, richiede più di sei mesi e potrebbe richiedere il versamento di contanti a un’agenzia di collocamento. Gli operatori delle macchine più anziani e più esperti vanno in pensione, si lamenta Julian Stephanov, che gestisce un’azienda manifatturiera vicino a Sofia, e troppo pochi giovani hanno le giuste competenze. Un problema è la mancanza di formazione. Un altro è che la forza lavoro bulgara si è ridotta del 6% dal 2008. La continua ed elevata emigrazione e i bassi tassi di natalità indicano che si prevede che diminuirà di un terzo entro il 2050.
In tutta Europa, le persone vivono più a lungo e hanno meno figli. Le stesse tendenze si vedono, ovviamente, in altri paesi ricchi e in molti paesi in via di sviluppo, ma affrontarli sarà più difficile in Europa, a causa del suo sindacato semi-formato in cui i lavoratori possono muoversi liberamente e molti paesi condividono una valuta, ma dove non esiste una politica o strategia fiscale comune per far fronte all’invecchiamento.
