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La Conferenza di Madrid sul clima isola Trump e rilancia Sanchez

by Bobo Craxi

A Madrid si è aperta stamane la Conferenza sull’Ambiente con l’obiettivo di perseguire e ratificare gli impegni assunti a Parigi nel 2015 che vedono il reffreddamento globale e la riduzione delle emissioni di gas nell’atmosfera quali compiti prioritari. L’emergenza clima è reale e soltanto i “ fanatici” non intendono rendersene conto come ha dichiarato Pedro Sanchez nel suo discorso di apertura.

Il dramma è che tra i fanatici in prima fila ci siano gli Stati Uniti di Donald Trump la cui assenza graverà non poco sul simposio che Madrid ha ospitato al posto di Santiago del Chile la Capitale sudamericana attraversata dalle grandi proteste popolari rendendola inidonea per ospitare un grande evento che si preannuncia assai impegnativo per il valore delle decisioni da assumere in tema ambientale e che raccoglie il grido di allarme scientifico che ha trovato drammatica conferma negli eventi catastrofici come i 655.000 ettari boschivi andati in fumo e come lo scioglimento dei ghiacciai nell’ Artico o le prime sparizioni di Isole nel Pacifico.

E’ evidente che le assunzioni di responsabilità di grandi paesi industriali risulteranno decisivi nella battaglia che sovente assume delle forme caricaturali e per questa ragione esposte alle critiche più feroci come è accaduto alla giovane ambientalista Greta divenuta la suffragetta del dolore universale; Quello che non si può ignorare è che la Globalizzazione Economica impone un’analoga assunzione di responsabilità multilaterale e che il rifiuto sovranista di vedere le conseguenze del cambio climatico appare un’ottusa e persino ridicola pretesa di ignorare la realtà.

Donald Trump se ne accorgerà presto quando anche la sua residenza in Florida rischierà di venire sotterrata dall’innalzamento delle acque se non cambierà atteggiamento e postura dinnanzi alle insidie che sono crescenti.

L’obiettivo della Conferenza Madrilena è quello di raggiungere ad una riduzione dei Gas-Serra del 45% rispetto al 1990 e sarebbe un grande ed efficace risultato.

La Spagna ospitando la Conferenza sul Clima conferma la sua vocazione e inclinazione ad una politica ambientalista, una sensibilità che non è più riservata ai soli paesi del Nord ma che vede una Nazione Mediterranea in prima fila nell’affrontare una grande sfida del nostro tempo e destinare le proprie risorse per aggiornare ed implementare una politica innovativa per l’ambiente sapendo essere nazione virtuosa nell’adottare le legislazioni europee più avanzate e più concrete.

Sanchez naturalmente incassa questo successo mediatico e politico essendo ancora in bilico la formazione del suo Governo; dipenderà dalla volontà di affrontare con un nuovo piglio e con una nuova disponibilità dialogante la crisi territoriale in Catalogna.

La Spagna che è un punto di riferimento politico per una buona parte del mondo sudamericano deve dimostrarsi in grado di declinare il proprio volto multilatrerale ed inclusivo anche nella soluzione di problemi interni affidandosi alla politica e non alle soluzioni giudiziarie non negando l’esistenza di un problema.

Diversamente ci si comporterebbe come Donald Trump che prima o poi verrà travolto dall’onda di cui nega il pericolo o l’esistenza.

Le proteste europee che evidenziano problemi sociali o territoriali alla stregua dei cambi climatici sono un prodotto dell’incuria o dell’assenza di una capacità di governare i cambiamenti, ecco perché le conferenze ed i dialoghi aiutano nello sforzo di venire a capo di problemi complessi che non possono essere considerati del tutto irrisolvibili.

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