Home In evidenza La Cina dice che la crisi ucraina è nutrita da una “mano invisibile”

La Cina dice che la crisi ucraina è nutrita da una “mano invisibile”

by Redazione

Di Gaia Marino

La crisi ucraina sembra essere guidata da una mano invisibile che spinge per il protrarsi e l’escalation del conflitto, secondo il ministro degli Esteri cinese Qin Gang.

La “mano invisibile” sta “usando la crisi ucraina per servire determinate agende geopolitiche”, ha detto Qin in una conferenza stampa a margine dell’incontro parlamentare annuale del Paese a Pechino, senza specificare a chi si riferisse.

Ha chiesto che il dialogo inizi il prima possibile.

“Conflitto, sanzioni e pressioni non risolveranno il problema… Il processo dei colloqui di pace dovrebbe iniziare il prima possibile e le legittime preoccupazioni di sicurezza di tutte le parti dovrebbero essere rispettate”, ha affermato Qin.

La posizione della Cina sulla guerra in Ucraina è stata oggetto di un rinnovato esame nelle ultime settimane tra l’approfondimento delle sue relazioni con Mosca e la preoccupazione nelle capitali occidentali di non poter essere un onesto mediatore in eventuali colloqui di pace quando si è rifiutata di nominare la Russia come l’aggressore nel conflitto.

La Russia ha inviato le sue truppe in Ucraina e il conflitto ha lasciato le città ucraine in rovina, ha mandato milioni di persone in fuga all’estero e ha minato l’economia globale.

Qin ha sottolineato che Pechino non ha fornito armi a nessuna delle due parti del conflitto ucraino, tra commenti di funzionari statunitensi su “conseguenze” non specificate per la Cina se dovesse inviare aiuti letali alla Russia.

“[La Cina] non è parte della crisi e non ha fornito armi a nessuna delle due parti in conflitto. Quindi su quali basi si basa questo parlare di colpe, sanzioni e minacce contro la Cina? Questo è assolutamente inaccettabile”.

In un ampio e lungo incontro con i giornalisti, Qin ha parlato anche del rapporto USA-Cina, dicendo di sperare che i due Paesi possano trovare “la strada giusta per andare d’accordo”.

Ha sottolineato che l’isola autogovernata di Taiwan è stata centrale per la conduzione dei rapporti tra Pechino e Washington, descrivendola come “il nocciolo delle questioni fondamentali e la prima linea rossa che non deve essere oltrepassata nelle relazioni USA-Cina”.

Pechino rivendica Taiwan come propria e non ha escluso l’uso della forza per prendere il controllo dell’isola.

La Cina ha intensificato la pressione militare e diplomatica sull’isola da quando Tsai Ing-wen, che sostiene stia cercando l’indipendenza, è stata eletta presidente per la prima volta nel 2016. Tsai ha affermato che il futuro dell’isola dipende dal popolo di Taiwan.

L’amministrazione Biden ha obbligato gli Stati Uniti grazie ad una legge approvata dal Senato, la Taiwan Policy Act, a fornire a Taiwan tutti i mezzi militari di cui ha bisogno.

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