Di Miriam Lestingi
Il premio Nobel per la pace e attivista per i diritti umani Ales Bialiatski è stato condannato venerdì a 10 anni di carcere da un tribunale della sua nativa Bielorussia che lo ha ritenuto colpevole di aver finanziato le proteste in un processo condannato da Stati Uniti e Unione Europea come una “farsa”. .
Bialiatski, 60 anni, è stato insignito del premio Nobel a ottobre per il suo lavoro di promozione dei diritti umani e della democrazia in un paese che il presidente Alexander Lukashenko, fedele alleato della Russia, ha governato con pugno di ferro per quasi 30 anni, rinchiudendo violentemente i suoi oppositori o costringendoli a fuggire.
I filmati dell’angusto tribunale di Minsk hanno mostrato Bialiatski, che ha co-fondato il gruppo per i diritti umani Viasna (Primavera), con un aspetto cupo, le mani ammanettate dietro la schiena, mentre lui e i suoi coimputati guardavano il procedimento da una gabbia del tribunale.
Bialiatski, arrestato nel 2021, e tre coimputati sono stati accusati di finanziamento di proteste e contrabbando di denaro.
L’agenzia di stampa statale bielorussa Belta ha confermato che il tribunale ha emesso lunghe pene detentive per tutti gli uomini, tra cui un decennio di carcere per Bialiatski. I critici hanno detto che le accuse contro di lui erano motivate politicamente.
La leader dell’opposizione bielorussa in esilio Sviatlana Tsikhanouskaya ha affermato che Bialiatski e gli altri tre attivisti sono stati condannati ingiustamente, descrivendo il verdetto del tribunale come “spaventoso”.
“Dobbiamo fare di tutto per combattere questa vergognosa ingiustizia e liberarli”, ha detto su Twitter.
Gli altri tre uomini condannati erano Valentin Stefanovich, condannato a nove anni, Vladimir Labkovich a sette anni, e Dmitry Solovyov, che ha ricevuto otto anni ma non era presente in tribunale.