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Istat: il lavoro è sempre più precario

by Romano Franco

I nuovi dati dell’Istat sono preoccupanti: il precariato è al massimo storico, con 3 milioni e 123 mila lavoratori. L’ultimo aumento è di 17 mila unità solo nel mese di dicembre. Diminuiscono i dipendenti permanenti, -75 mila, i cosiddetti posti fissi. E calano gli indipendenti ,-16 mila, mentre gli occupati aumentano tra i dipendenti a termine, +17 mila. Il tasso di disoccupazione giovanile rimane invariato (15-24enni) e si attesta al 28,9%Mentre meno allarmante è il tasso della disoccupazione che rimane stabile al 9,8%. Il numero delle persone in cerca di lavoro segna un “lieve” aumento su base mensile, +2 mila.
Nel dettaglio, tra i disoccupati c’è un aumento per quanto riguarda gli uomini under 50, +28 mila unità solo nel mese di dicembre. C’è però un dato positivo: sono sempre di più coloro che credono nel mondo del lavoro e infatti aumenta di oltre duemila unità il numero delle persone in cerca di occupazione.
Nel contempo, ci sono sempre più uomini disoccupati, +28 mila, rispetto alle donne ultracinquantenni che diminuiscono esponenzialmente, -27 mila. Insomma, è sempre più donna questo mondo del lavoro!
Cala dunque il numero di occupati, che a dicembre ha segnato una diminuzione di 75 mila unità, dopo due mesi di crescita. L’Istat la dichiara che si tratta della contrazione più forte che sia mai avvenuta da febbraio 2016. Ma a segnare un aumento sono i dipendenti permanenti.

Dal canto suo, il Fondo monetario internazionale ha stimato la crescita per l’Italia intorno allo 0,5% per il 2020, la più bassa tra tutti i paesi dell’Unione europea. E cala il numero di lavoratori autonomi: a dicembre c’è un picco a ribasso di 16 mila unità su base mensile, con il totale che tocca il minimo storico dal 1977. Ormai in Italia gli indipendenti si fermano a 5 milioni e 255 mila.

Per Al Gore, ex vicepresidente americano e premio Nobel, “il lavoro nobilita l’uomo ma bisogna preservare la dignità e il rispetto del lavoratore. Come si può lavorare in un mondo di macchine? Come si fa a lavorare dignitosamente con uno Stato che non ti tutela? Si può preservare il diritto del lavoratore se il lavoratore non lavora? E se il lavoratore non lavora come fa ad avere stima e rispetto di uno Stato che non lo valorizza? Oramai la grande distribuzione ha distrutto tutto il mercato del lavoro e sono sempre meno i lavoratori che riescono ad arrivare alla fine del mese. Spero vivamente che gli Stati si attivino e provvedano ad arginare i colossi come Amazon o Alibaba che stanno facendo terra bruciata su tutti i mercati mettendo in ginocchio tutti i negozianti del mondo”.

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