Tra le sessantadue persone rinviate a giudizio sull’inchiesta “Mensa dei poveri” c’è anche l’ex deputata europea di Forza Italia, Lara Comi.
Questa indagine fa parte del giro di corruzione del cosiddetto “sistema Caianiello” in Lombardia e ora la Giudice per l’Udienza Preliminare Natalia Imarisio ha deciso di mandare a processo oltre l’ex eurodeputata Comi ben 62 persone su un presunto “sistema” di corruzione in Lombardia in cui giravano mazzette, si decidevano appalti, si definivano nomine pilotate e finanziamenti illeciti. E’ stato chiamato in giudizio anche l’ex vicecoordinatore lombardo ‘azzurro’ ed ex consigliere comunale milanese Pietro Tatarella nonché anche il consigliere lombardo e collega di partito Fabio Altitonante.
Questo procedimento penale nel 2019 aveva portato all’arresto di 28 persone nel maggio del 2019 e tra essi appunto Tatarella e il consigliere e Altitonante. La Gup Imarisio ha accolto la richiesta dei Pm Silvia Bonardi, Luigi Furno e Adriano Scudieri e, dunque, li ha rinviati a giudizio.
In questo processo dibattimentale è coinvolto anche il patron della Tigros Paolo Orrigoni, l’imprenditore Daniele D’Alfonso, l’ex dg di Afol metropolitana Giuseppe Zingale e il sindaco leghista di Gallarate Andrea Cassani.
Tre sono stati anche prosciolti poiché l’abuso di ufficio di cui dovevano rispondere non è più previsto dalla legge come reato.
Le parti civili che si sono costituiti sono i Comuni di Milano e Gallarate, Amsa, Accam spa e Afol. Il giudice si dovrà pronunziare in modo diversificato e in particolare su cinque imputati che hanno chiesto la messa alla prova e altri 27 che hanno presentato istanze di riti alternativi, tra patteggiamenti e processo in abbreviato.
E’ anche coinvolto nel patteggiamento il deputato di Forza Italia Diego Sozzani, accusato di corruzione e di cui l’istanza non è stata ancora presentata poiché si sta cercando di concordare la pena con la Procura.
Poi ci sono le 11 persone a cui è stata respinta l’istanza nella fasi delle indagini preliminari dal Gip Maria Vicidomini, che aveva ritenuto incongrue le pene.
Mentre il puparo dell’inteso sistema è ritenuto l’ex coordinatore di Forza Italia a Varese Nino Caianiello, e che ha già provveduto a collaborare con la magistratura ottenendo il consenso dei pm per ottenere la pena di 4 anni e 10 mesi.
Invece, alcuni giorni fa è stata archiviata dal gip la posizione di Lara Comi e dell’industriale bresciano titolare della Omr holding e presidente di Confindustria Lombardia, Marco Bonometti, per quanto riguarda il filone di indagine in cui si contestava un finanziamento illecito per 31mila euro.