Il ministro delle finanze Olaf Scholz succederà ad Angela Merkel come cancelliere tedesco, dopo che tre partiti hanno annunciato di essere pronti a presentare un accordo di coalizione per governare la più grande economia europea.
La Germania avrà un governo fondato sull’intesa tra Spd, Liberali e Verdi. Dopo due mesi dalle elezioni del 26 settembre scorso e dopo 16 anni di Angela Merkel, adesso il ‘testimone’ passerà al leader socialdemocratico Olaf Scholz, il quale guiderà un nuovo governo di coalizione.
Oggi in Germania, più che mai, l’emergenza più rilevante per il nuovo esecutivo è rappresentata dalla lotta alla pandemia che sta mettendo nuovamente in ginocchio il Paese e le sue strutture ospedaliere.
Questa nuova alleanza di governo viene definita la “coalizione del semaforo” , nome che è stato dato dal colore delle tre formazioni politiche messe insieme, e nascerà con il patto tra il primo partito tedesco la Spd di Scholz, i Liberali (Fdp) e i Verdi.
Dovrebbe essere di queste ore la conferenza stampa che annuncia una svolta storica dopo oltre un lungo periodo di governo guidato dalla Cancelliera Merkel.
Sarà sicuramente un governo non facile da guidare per il leader socialdemocratico, poiché ogni partito cercherà di proporsi con idee differenti e spesso contrastanti.
Infatti i socialisti hanno visione molto vicina a quella dei Verdi che naturalmente porteranno avanti la loro sensibilità ambientalista e il rispetto dei diritti umani. Mentre, proprio i liberali all’interno dell’alleanza avranno idee economiche molto vicine alla Cdu esclusa dal governo.
Tuttavia, allo stato attuale, la situazione di grave emergenza ha condotto la Germania ad essere “il grande malato d’Europa”, con livelli di diffusione della pandemia davvero gravi ed allarmanti che stanno mettendo in ginocchio la forte e solida struttura sanitaria tedesca.
Per la verità, l’intesa si baserà sull’accordo preliminare che era stato raggiunto a metà ottobre di cui il contenuto trovava un’accettabile compromesso soprattutto tra le posizioni dei Verdi e quelle del Fdp.
Infatti i Liberali in tale patta otterrebbero una politica economica fondata sull’austerity dopo gli interventi sociali in questi due anni di pandemia.
Quindi, i liberali issano nuovamente la bandiera del “Schuldenbremse”,cioè del contenimento della politica di indebitamento che dovrebbe durare sino al 2023 e che comunque è autorizzato e previsto dalla Costituzione.
Mentre i Verdi hanno ottenuto l’obiettivo di un’uscita anticipata dal carbone, gli impegni per il rafforzamento della mobilità elettrica e quello per le energie rinnovabili.
In quest’intesa preliminare vi è anche la grande battagli della Spd per l’aumento del salario minimo a 12 euro l’ora. E quindi dopo il primo anno, “la commissione per il salario minimo deciderà su eventuali ulteriori aumenti”, e tutto ciò è stato messo nero su bianco nel documento che per la gioia dei liberali, invece, non prevede l’imposizione di una patrimoniale e l’introduzione di nuove tasse.