In dirittura d’arrivo l’approvazione del nuovo processo civile

Pare ormai che la riforma del processo civile sia in dirittura d’arrivo per l’approvazione al Senato e tale importante provvedimento, che adesso ha ricevuto un parere complessivamente positivo del Csm, snellirebbe i tempi del 40%.

Vi è l’urgenza di un’approvazione poiché l’impegno che è stato assunto con Bruxelles è quello di ridurre questa inammissibile lentezza dei processi che durano oggi in media 7 anni.

Naturalmente la riforma è necessaria per potere accedere ai fondi del Recovery. Nel progetto del Senato vi è una cospicua riduzione dei riti speciali, incentivi a mediazione e negoziazione assistita nonché l’assunzione di 8mila ausiliari dei giudici.

Poi vi sarà un nuovo Tribunale unico che sarà esclusivamente competente in materia di famiglia e minori. Il disegno di legge delega del processo civile, portato avanti della ministra Marta Cartabia, sarà, insieme a quello sul processo penale, a quello sul Csm e all’ordinamento giudiziario, il poderoso capitolo delle riforme sulla giustizia a cui l’Unione europea subordina l’erogazione di 2,3 miliardi di fondi per la ripresa.

La Commissione Giustizia ha licenziato la versione emendata dal Governo del testo base, che è stato presentato dall’ex ministro Alfonso Bonafede, votando il mandato alla relatrice Fiammetta Modena (Forza Italia). Tale riforma sarà votata la prossima settimana.

Nell’ambito della giustizia civile non vi sono grandi differenze e, infatti, le tensioni e le differenze ideologiche tra i partiti sono pochissime. Ora si pensa che con questa riforma sia possibile abbassare la media del processo da sette a cinque anni

Lo scopo dichiarato del provvedimento è il tentativo di razionalizzare le materie consentendo un migliore grado di efficienza dei servizi con il precipuo scopo di ottenere riti più snelli e veloci.

Si pensa ad una drastica riduzione dei riti speciali e l’abrogazione del procedimento sommario di cognizione, sostituito dal rito ordinario davanti al tribunale in composizione monocratica.

Si prevedono anche incentivi alla risoluzione alternativa delle cause attraverso mediazione e negoziazione assistita, tra cui forme di credito di imposta (la possibilità di detrarre dalle tasse le spese legali necessarie), nonché il gratuito patrocinio a spese dello Stato.

Mentre, il tentativo di mediazione diventerà obbligatorio anche per le cause in materia contrattuale, quando le parti sono legate da rapporti stabili.

La riforma prevede al suo interno appositi percorsi di formazione per i mediatori. E’ stato poi votato un emendamento all’unanimità in cui viene istituito un nuovo “Tribunale delle persone, dei minorenni e della famiglia” che sul piano giudiziario unifica in una sola struttura le competenze penali e di sorveglianza che in questo momento erano affidate ai Tribunali per i minorenni e alle sezioni famiglia dei Tribunali ordinari.

Le materie di cui si occuperà il nuovo organo sono: i reati commessi da minori, le adozioni, le separazioni, i divorzi, la protezione per i minori abusati e la responsabilità genitoriale. Un’altra novità consiste nel rito che diventerà unico, mentre in questo momento esistono due procedimenti diversi a seconda che i figli di cui si “discute” siano nati o meno all’interno di un matrimonio.

L’altra cosa positiva è il fatto che su tale progetto di riforma vi è anche un parere favorevole del Consiglio superiore della magistratura, che “accoglie complessivamente in modo positivo le misure”, ma “segnala alcuni profili critici, a cominciare dall’assunzione solo temporanea e non stabile di coloro che andranno a comporre l’Ufficio per il processo”.

Il Csm ha dato il suo via libera per l’istituzione del nuovo Tribunale della famiglia, “ma evidenzia la necessità di continuare ad avvalersi, anche in sede decisoria, delle competenze dei giudici onorari attualmente incardinati presso gli uffici giudiziari minorili, non relegandoli a evadere meri compiti ausiliari e di supporto al giudice professionale, all’interno dell’Ufficio per il processo”.

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