Il Consiglio dei ministri ha esaminato e approvato il decreto legge presentato dal Ministero per le Imprese e il Made in Italy e dal Ministero della Giustizia, composto da 10 articoli.
Nel decreto sono previsti 680 milioni per l’ex Ilva, già stanziati, che dovranno essere utilizzati come finanziamento soci convertibile in futuro come aumento di capitale. Il dl ha previsto inoltre modifiche alla normativa per l’attivazione delle procedure per l’amministrazione straordinaria in caso di insolvenza della società.
Il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, ha illustrato al Consiglio dei ministri un nuovo accordo tra gli azionisti di Acciaierie d’Italia, Arcelor Mittal e Invitalia (spiega una nota del ministero) che prevede l’impegno dei soci per il rilancio del sito produttivo e conseguenti garanzie occupazionali, fissando dei target di produzione superiori a quelli conseguiti da ADI nell’ultimo biennio.
Inoltre si chiede anche la riconversione industriale per un impianto green e il risanamento ambientale, con il completamento dell’Autorizzazione Integrata Ambientale nei tempi previsti.
Previsti poi investimenti legati allo sviluppo industriale e al Polo di Taranto, come l’attivazione dei campi eolici floating, iniziative di economia circolare tramite il recupero dei sottoprodotti (cementificio), l’attivazione di impianti di desalinizzazione tramite il recupero delle acque dolci dei fiumi Tara e Sinni, lo sviluppo del porto tramite impianto di degassificazione FSRU galleggiante.
Inoltre alle risorse per l’ex Ilva, precisa la nota, si sommano il miliardo stanziato dal dl Aiuti bis e le risorse previste per il DRI e il Just transition fund.
Il decreto approvato dal Cdm, tuttavia, ha fatto infuriare i sindacati che hanno proclamato uno sciopero dalle 23.00 del 10 gennaio alle 7 del 12 gennaio e per Fiom Cgil, Uilm e Usb la misura è colma.
“Nonostante il mondo del lavoro e delle istituzioni, all’unisono, abbiano inviato al governo un messaggio forte e chiaro, ovvero di non erogare nessun ulteriore prestito pubblico in qualunque forma ad ArcelorMittal, socio totalmente inaffidabile ed inadempiente, il Cdm di stasera ha approvato il decreto confermando la volontà di erogare i 680 milioni, già stanziati, in modalità finanziamento soci, ripristinando vergognosamente perfino lo scudo penale ai gestori del sito”, dicono a gran voce le tre sigle.
“In altre parole – evidenziano Fiom, Uilm e Usb – il governo Meloni si disinteressa completamente delle richieste di un intero territorio, dei lavoratori, dei cittadini, cedendo ai ricatti di un operatore privato che si permette quotidianamente di prendersi gioco delle piaghe della nostra comunità, compiendo solo sgradevoli bluff e azioni incostituzionali, garantendogli, come se non bastasse, anche l’esimente penale per i propri comportamenti illeciti”.
Il fatto che il ministro del Made in Italy Urso si soffermi a privilegiare un’azienda inadempiente e inaffidabile francese aggiunge al Caso Ilva, oltre al danno, una beffa clamorosa.