Probabilmente, per tanti concittadini, sono pochi dieci milioni donati in soccorso al nostro sistema sanitario, fatto a pezzi negli anni, in una continuità disarmante da politici di destra e di sinistra.
Ma anche se fossero cinque euro, come alcuni hanno donato, dovremmo accoglierli senza esprimere giudizi sul donatore, sia esso un singolo o un’azienda.
In questi momenti di estrema difficoltà, sarebbe auspicabile far sistema, senza perderci in un esercizio sterile e ozioso sul fare e come fare, senza per altro apportare utili consigli, come purtroppo leggiamo e ascoltiamo.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, smorza i toni e auspica l’unità in questo momento di crisi, per il nostro Paese e per l’umanità intera.
Vi è di più, per la prima volta dopo anni, tanti, troppi, il nostro Paese è preso ad esempio in ambito internazionale per il modo in cui stiamo affrontando l’emergenza sanitaria in corso.
Vi è valore in tutto questo, meriti e capacità in cui la responsabilità di ognuno è la chiave.
Con una rapidità inconcepibile per i tempi normalmente espressi dalla nostra politica e dalla burocrazia, siamo riusciti a attuare quasi ovunque lo samrt working in un battito d’ali, altresì nel prendere le misure di sicurezza necessarie nei luoghi di lavoro, con altrettanta rapidità.
Il sistema regge e non perché è stato dimensionato per crisi di questa entità, ma per la grandezza dei singoli nel loro agire quotidiano.
Possiamo fare meglio, sicuramente, ma non è il caso di dolersene, se non invitare i tanti inadempienti a convergere verso le indicazioni delle istituzioni e degli scienziati.
Certo è che al superamento della crisi, il mantra “nulla sarà come prima” deve mutare in “nulla dovrà essere come prima”, acquisendo consapevolezza e volontà in questa mutazione di paradigma, che non dobbiamo subire, ma attuare.
Più che un salto è un’accelerazione senza precedenti, che ci ha portato a confrontarci con un’emergenza da cui vogliamo uscire, portando a regime un sistema sociale ed economico che non può fermarsi.
Sicuramente in questi giorni assisteremo a un forte ridimensionamento di tutte quelle eccedenze di ricchezza, quanto dei consumi, giunti già a parziale saturazione.
Certo è che la ricchezza basata sulla speculazione finanziaria vedrà una drammatica battuta di arresto, a favore di una economia reale, che durante questa crisi continua a tenere in piedi il sistema.
Il bitcoin ha dimezzato il suo valore, non ce ne rallegriamo, ma non poteva essere altrimenti per una moneta virtuale, il cui valore è determinato dal sentimento, più che dal mercato.
Sarà necessario rivalutare donne e uomini, che rendono possibile la fermata e il rallentamento di gran parte delle attività produttive, senza che il sistema sociale e industriale, su cui ci sorreggiamo, imploda.
Al termine di questa crisi, dovremo riprendere le misure smarrite, del valore effettivo inerente i lavori e i ruoli indispensabili per questo sistema economico e sociale che non ha alternative.
Dovrà essere prioritario restituire al sistema sanitario nazionale, a quello dei trasporti e delle telecomunicazioni, quanto al sistema tecnologico, a quello delle risorse energetiche, alimentari, dell’informazione, del recupero dei rifiuti, delle forze dell’ordine, la loro centralità e importanza.