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Il sorpasso di Zaia

by Rosario Sorace

Il governatore del Veneto Luca Zaia viaggia sul binario di una popolarità inaspettata, si misura con un gradimento notevole, sia nella sua regione che fuori. Siamo ancora lontani dall’aver superato la terribile crisi che deriva dal Coronavirus,ma, certamente, il presidente della regione Veneto ha superato a pieni voti la fase acuta della pandemia, senza perdere la calma e aplomb, con una strategia ragionata intelligente.

Relegato nel suo ruolo regionale si muove felpato e sicuro, e, interviene con una dose di autorevolezza, quando percepisce concretamente l’esigenza di chiarire competenze e poteri che gli appartengono. È stato paragonato ad un democristiano d’altri tempi, quando la ” balena bianca” in Veneto dominava, ed è, comunque, certo che non ama per niente la politica urlata e chiassosa, che, generalmente, nasconde una natura assai sconclusionata e sterile.

Zaia difende il suo Veneto in maniera orgogliosa e ho avuto modo di sentirlo parlare al Vinitaly anni fa, quando era assessore regionale all’agricoltura, e in quell’occasione mi destò un’impressione positiva svolgendo un intervento a braccio e mostrando competenze molto solide anche in virtù della sua laurea in agraria. Non sembra avere rivali nella sua terra e ha stabilito rapporti molto buoni con tutte le categorie sociali e produttive, nonché un grande raccordo stetto con gli amministratori locali.

Sempre presente in tutte le iniziative del territorio, non trascura i contatti con la gente, incontra tutti coloro che desiderano parlargli. Conosce tre lingue, inglese, spagnolo e tedesco e si esprime con un linguaggio asciutto, schietto e sobrio. Nella classifica dei leghisti con maggior gradimento è balzato al primo posto mentre in questa fase il leader Salvini sembra in discesa. Si è sempre mosso con la classe di un doroteo sempre a fianco dei vari segretari che sia Umberto Bossi, Roberto Maroni o Matteo Salvini. Persino molto amico dell’ ex sindaco di Verona Flavio Tosi,conserva un rapporto assai proficuo con Giancarlo Giorgetti, la mente economica della lega. Sia Giorgetti che Zaia sono rimasti silenziosi e perplessi, quando il Capitano aprì la crisi di governo anche se ambedue non hanno esternato i dubbi su quella incauta mossa.

Ma dopo l’emergenza covid la lega veneta ha mostrato un volto di un movimento che ha reso di più. Mentre quella lombarda è apparsa confusa, pasticciona e disorientata. Al punto che Salvini si è dovuto spendere esponendosi in un’impopolare difesa per la coppia “disastro” Fontana e Gallera.

Oggi, quindi, Zaia é in vetta negli indici di gradimento dei politici, però, non si scompone più di tanto, perché chi lo conosce bene afferma che è un uomo paziente, saprà attendere il momento giusto da buon politico di scuola democristiana per assumere posizioni di primo piano nello scenario nazionale.

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