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Il parlamento affronta lo spinoso problema della droga

by Rosario Sorace

La droga è un grande cancro della società che alimenta le mafie e distrugge la vita di chi la consuma oltre che causa di rovina per intere famiglie. Oggi viviamo una stagione in cui la droga è ritornata prepotentemente ad essere un grande business illegale a livello mondiale e la sua diffusione è aumentata in modo esponenziale.

La politica da lungo tempo è divisa su questo tema scottante e difficile che danneggia le fondamenta delle nostre comunità. Nel contempo si accentua la campagna di raccolta di firme dell’associazione Meglio Legale che punta a fare una pressione sul mondo politico per legalizzare la droga.

Nel funzionamento delle commissioni parlamentari se si avvia la discussione sulla modifica di una determinata legge tutte le proposte relative sullo stesso tema vengono valutate nello stesso momento. Adesso si sta procedendo alla modifica dell’articolo 73, il testo unico sugli stupefacenti e Riccardo Molinari, leghista, propone di aumentare le pene per le ipotesi di lieve entità relative a produzione, spaccio e detenzione di stupefacenti e prevede, quindi, l’arresto obbligatorio per chi sia colto in flagranza di reato eliminando quindi la possibilità di scontare la pena con modalità alternative al carcere.

Mentre la proposta del deputato radicale Riccardo Magi, primo firmatario di un disegno di legge sostenuto da tutti i parlamentari, intende legalizzare l’uso della droga e l’autoproduzione domestica di cannabis, eliminando le relative pene e sanzioni, oltre a rafforzare l’attenuante della lieve entità per il traffico e la detenzione, che diventerebbe una fattispecie autonoma.

L’associazione Meglio Legale, da un anno, si pone l’obiettivo di aprire un confronto dibattito tra istituzioni e cittadini sui temi riguardanti la legalizzazione della cannabis. Pertanto ha lanciato un appello al presidente della Commissione Giustizia Mario Pierantoni e a tutti i componenti invitando i cittadini a firmare una petizione online per premere sulla politica.

Oggi le firme sono circa 7 mila e lo stesso Pierantoni si è dichiarato personalmente favorevole affinché la cannabis venga coltivata tra le mura domestiche. Maurizio Gasparri di Forza Italia, ha dichiarato invece che “la legalizzazione delle droghe è un argomento che non potrà nemmeno essere affrontato. Si investa invece su campagne di informazione sui pericoli delle droghe”.

Su questa posizione vi è anche Simone Pillon della Lega che si scaglia contro le Sardine dichiarando che loro “e i loro amici dovrebbero farsi un giro in una comunità di recupero prima di parlare, facciano tutti i proclami che vogliono, ma la droga è morte”.

La polemica si era infiammata quando recentemente il movimento delle Sardine aveva attaccato Gasparri dicendo che il deputato “afferma con orgoglio che nel Parlamento italiano la legge sulla legalizzazione non passerà mai e che l’attuale ‘guerra santa’ alla cannabis colpisce piccoli consumatori, ragazzini minorenni nelle scuole, imprenditori di cannabis light e persino malati, lasciando impuniti i grandi narcotrafficanti, che ogni sera pregano il santino di Gasparri di continuare a proteggerli”.

L’associazione Meglio Legale gode del sostegno di oltre trenta associazioni e si fa forte del fatto che nel dicembre del 2019 le Sezioni unite della Corte di cassazione “hanno stabilito che non costituisce reato la coltivazione domestica di cannabis che ‘per le rudimentali tecniche utilizzate, lo scarso numero di piante ed il modesto quantitativo di prodotto ricavabile appaia destinata all’uso personale’”.

Tale pronuncia è in linea con gli intenti della proposta di legge Magi, che consentirebbe chi consuma di non rivolgersi alla criminalità organizzata. Tutto ciò potrebbe anche svuotare le carceri dalle persone che necessitano di un trattamento per la propria dipendenza e anche liberare forze dell’ordine e tribunali da inutili procedimenti.

Ma, soprattutto, potrebbe distinguere il mercato delle droghe leggere da quello delle droghe pesanti permettendo anche a chi fa un uso terapeutico di potersi curare. Chi è affetto per esempio da artrite reumatoide può curarsi senza limiti usando la cannabis e non rivolgersi a uno spacciatore, con tutto ciò che comporta e non rischiare di essere processati come peraltro è successo per qualche malato. Una situazione, quella dell’autoproduzione di cannabis, che in Italia ancora oggi rappresenta un reato mentre in Nazioni come il Canada l’uso senza limiti della cannabis medica risale al 2001e in questa Nazione oggi ci sono più di 43mila pazienti autorizzati a coltivare le proprie piante o a nominare qualcuno che lo faccia per loro. Cosicché l’Associazione Meglio Legale sottolinea che numerosi esperti che sono stati chiamati in audizione “hanno messo in rilievo gli aspetti positivi, soprattutto in termini di lotta alla criminalità e di minore pressione sulle forze dell’ordine e sul sistema della giustizia, che deriverebbero da iniziative di decriminalizzazione della coltivazione e di introduzione di reati di lieve entità”.

In tal senso è giunta anche la voce autorevole del Procuratore nazionale antimafia Roberto Cafiero De Raho il quale ha affermato che “la coltivazione ad uso personale ridurrebbe la necessità per il consumatore di droghe leggere di rivolgersi alla manovalanza criminale, togliendo alla criminalità organizzata una fetta di mercato”.

Per finire Antonella Soldo, coordinatrice della Campagna Meglio Legale ha affermato: “Ci auguriamo che possa iniziare subito una discussione su un testo base che tenga conto del parere degli esperti, che dunque risulti migliorativo della proposta Magi e accantoni quella Molinari, il recente cambio della maggioranza di governo richiede di indicare a quali proposte legislative dare priorità, e speriamo che, soprattutto i capigruppo, indichino il decriminalizzare la coltivazione domestica tra queste”.

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