Il malaffare alligna nei comuni del piacentino

Associazione a delinquere, concussione, corruzione, abuso d’ufficio, traffico di influenze illecite, turbata libertà degli incanti e della libertà del procedimento di scelta del contraente, frode nelle pubbliche forniture, falso materiale e ideologico commesso dal pubblico ufficiale, truffa e voto di scambio.

Sono le ipotesi di reati contestate, a vario titolo, nell’indagine dei carabinieri, coordinata dalla procura di Piacenza, che ha portato a un blitz con 11 arresti e altre 4 misure cautelari.

L’inchiesta che conta 37 indagati coinvolge imprenditori edili, sindaci e funzionari tecnici degli enti locali dell’Alta Val Trebbia e del capoluogo emiliano. Un “sistema”, lo ha definito la procuratrice Grazia Pradella che attraversava “tutti i partiti dell’arco parlamentare”.

Il carcere è stato disposto per l’imprenditore edile Nunzio Susino, considerato al vertice di un’associazione a delinquere composta da otto persone, Maurizio Ridella, anche lui imprenditore, e poi due sindaci: Massimo Castelli, primo cittadino di Cerignale e responsabile nazionale piccoli Comuni Anci, e il primo cittadino Corte Brugnatella, Mauro Guarnieri.

I domiciliari sono stati decisi, invece, per il sindaco di Bobbio Massimo Pasquali, l’imprenditore Filippo Giardini, il responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Ferriere, Carlo Labati, i collaboratori dell’Unione dei Comuni Val Trebbia e Luretta Roberto Raffo, Matteo Guerci, l’ex responsabile ufficio tecnico del Comune di Bobbio Claudio Tirelli, il direttore del servizio Edilizia della Provincia di Piacenza Stefano Pozzoli. Per il vicesindaco di Zerba Claudia Borré il giudice ha disposto il divieto di dimora nel Comune.

Previsti anche due commissariamenti giudiziari d’azienda e un’interdittiva del divieto di contrarre con la pubblica amministrazione nei confronti di un’altra società.

Le misure sono state eseguite nelle provincie di Piacenza, Alessandria, Lodi e Pavia da parte di circa 300 carabinieri. I comuni coinvolti nell’indagine – secondo quanto riporta il quotidiano piacentino Libertà – sono Piacenza, Bobbio, Cerignale, Coli, Corte Brugnatella, Ferriere, Travo, Ottone e Zerba.

Le perquisizioni sono state effettuate anche nelle sedi dell’Unione Montana Valli Trebbia e Luretta, nonché negli uffici comunali dell’Urbanistica a Piacenza e nella sede della Provincia.

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