Dopo la rottura della maggioranza che si è divisa a fronte della votazione europea e per le nomine, anche nella destra si è avuta una frattura. Lo scenario: la Lega, il leader del Carroccio, Matteo Salvini, e il comandante in seconda, Giancarlo Giorgetti hanno avuto una discussione accesa. Secondo Giorgetti il tempo di creare rotture e guadagnare consenso può essere accantonato per un po’, dando priorità alle richieste delle aziende del Nord in grave difficoltà. Giorgetti ha ragione: tutto molto giusto. Ma perché solo il Nord? Non si professano partito nazionale presente in tutto il territorio italiano?
Secondo Giorgetti bisogna sfruttare le risorse dell’Europa compreso il fondo salva stati senza condizioni. Salvini, diffidente per natura, non si fida e non vuole commettere, a suo parere un errore di valutazione.
Per il segretario della Lega è un’occasione politica “politicante” d’oro. Se Conte dovesse cedere al Mes, i Cinque stelle si spaccherebbero ulteriormente e il governo cadrebbe. E le nuove elezioni non sarebbero più tanto lontane. L’occasione è ghiotta, il Capitano per l’interesse personale sarebbe disposto a vedere un’Italia alla deriva piuttosto che lavorare per l’interesse generale. Ma Giorgetti non ci stà.