Le controversie e i bisticci potevano essere posticipati al termine della crisi ma così non è stato per la maggioranza che oramai pare litighi per tutto. Il virus, ventimila morti e la recessione che avanza; ma niente, loro sono sempre li, e litigano praticamente su tutto. L’ultima questione in ballo sono le poltrone delle grandi aziende partecipate. La ressa si fa talmente accesa che lo stesso M5S si spacca.
Il PD e i renziani ottengono la conferma delle quattro aziende più importanti. Claudio Descalzi (Eni), Alessandro Profumo (Leonardo) , Francesco Starace (Enel) e Matteo Del Fante (Poste). Matteo Renzi se la ride, dopo il due di picche sulla vicenda coronabond, riconferma due dei delegati di spicco (Descalzi e Del Fante che all’epoca si trovava a Terna), inoltre fu proprio lui ad assegnare Profumo all’ex Fimmecanica, incomprensibile come un uomo che ha tra il 3/4% possa muovere ancora così tanto i fili.
Magro premio di consolazione per i 5 stelle a cui vengono lasciate Terna con Stefano Donnarumma ex Acea, e Paolo Simioni nella gestione dell’Enav, tutt’ora CEO dell’Atac.
I 5 stelle volevano mandare a casa Descalzi, uomo dalle dubbie vicende, implicato in alcuni processi e secondo i grillini è un uomo dagli affari loschi. Ma Descalzi è sotto l’ala protettiva di PD, IV, Tesoro e anche del Quirinale. E aprono il discorso dicendo: “La fase storica che stiamo vivendo impone delle scelte decise di qualità, discontinuità e rinnovamento delle politiche industriali. Auspichiamo che questi siano i criteri alla base della tornata di nomine che ci si appresta a fare”. I parlamentari grillini accusano Fraccaro di aver ceduto sulla nomina di Descalzi: “Su aziende grandi e importanti come Eni non possono gravare le ombre delle inchieste giudiziarie”.
Le presidenze
Le presidenze: Lucia Calvosa (Eni – M5S) Michele Crisostomo (Enel – M5S) Luciano Carta (Leonardo – M5S con ulteriore sponsorizzazione di Conte) Patrizia Grieco (Monte dei Paschi – Conte) Valentina Bosetti (Terna – plenaria) e Francesca Isgrò (Enav – plenaria).
Dopo la rottura di stamattina la maggioranza si sgretola ulteriormente e durante l’importante trattativa con l’Europa Conte rischia di ritrovarsi con una maggioranza illusoria.