Il prezzo dell’energia è arrivato al suo massimo storico, le aziende del settore fanno guadagni che sanno di beffa, per famiglie e aziende italiane, e, in tutto questo scenario da rivoluzione civile, il governo dei migliori ha pensato bene di elargire le sue mancette per tenere buona e silente la popolazione.
Così, il Cdm ha varato ieri sera un decreto legge da 14 miliardi che elargisce la sua elemosina a circa 28 milioni di italiani.
Per i pensionati e i dipendenti sotto i 35mila euro di reddito ci sarà un bonus di 200 euro. Il taglio delle accise sui carburanti di 25 centesimi/litro è prorogato fino all’8 luglio. Gli interventi contro il caro energia per 5,2 milioni di famiglie sono prorogati di tre mesi.
E’ questo quello che afferma il presidente, Mario Draghi, in conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri.
Draghi “se la canta e se la suona” quando esalta la sua “vicinanza a tutti gli italiani”. Poi evidenzia, “le decisioni di oggi rappresentano bene la determinazione del governo. È il senso del governo stesso”.
“L’impegno del governo nel sostenere l’economia, le famiglie e le imprese non diminuisce. Resta intenso, determinato, deciso come prima. L’incertezza resta molto forte, quindi noi intendiamo fare tutto quello che è necessario. I provvedimenti di oggi valgono 14 miliardi che si aggiungono ai 15,5 miliardi dei provvedimenti precedenti. L’abbiamo fatto senza ricorrere a scostamenti di bilancio”.
“Sono situazioni temporanee che vanno affrontate con strumenti eccezionali senza i quali – dice il premier – si rischia di creare condizioni permanenti di debolezza economica e di povertà”.
“Ad aprile il tasso inflazione è stato al 6,2%, in leggero calo rispetto a marzo ma ai livelli più alti degli ultimi 30 anni. Questa accelerazione dei prezzi dipende in grandissima parte dai prezzi dell’energia, questo significa che queste sono situazioni temporanee e vanno affrontate con strumenti eccezionali altrimenti finiscono per indebolire l’economia, aumentare la povertà e creare condizioni permanenti di debolezza economica e povertà”.
“Rinnoviamo per altri due mesi il taglio delle accise su benzina e gasolio, e per altri tre mesi rinnoviamo l’intervento sociale per i più poveri, che continuano ad essere protetti dai rincari dell’energia. Estendiamo i crediti d’imposta per le aziende a maggior intensità di gas ed elettricità. Adeguiamo i prezzi nei contratti d’appalto”.
“Creiamo un fondo per le imprese che hanno sofferto di più per i danni della guerra e ristoriamo gli enti locali per i costi che stanno affrontando approviamo un importante provvedimento di sostegno ai redditi di 28 milioni di italiani tra pensionati, lavoratori dipendenti e autonomi”.
Insomma un po’ di sano tecnopopulismo “cotto e mangiato”, quello sciorinato da Draghi. Ma quante cose può fare davvero una famiglia con 200 euro in più nel fondo spese?
Non molto, infatti. Con 200 euro una famiglia italiana potrebbe riuscire a far fronte al solo aumento di un’unica bolletta, potrebbe fare un paio di pieni al serbatoio dell’auto e un sostegno davvero inefficace per quanto riguarda la spesa al supermercato con i beni di prima necessità arrivati alle stelle.
Le misure messe in evidenza dal premier Draghi hanno il sapore di contentino e non riescono di sicuro a risollevare chi oggi è in grande difficoltà.
Insomma, nessun prezzo calmierato nei confronti dell’industria energetica, nessuna patrimoniale nei confronti di chi più ha e più continua a fatturare, anche in tempi di crisi, e nessuna tassa su inquinamento e consumi extra che, ad oggi, rappresentano un problema per quanto riguarda la distribuzione delle materie prime.
Le mosse del governo sono ancora inutili e inefficaci e, a conti fatti, rappresentano l’ennesima presa in giro nei confronti della popolazione; un modo come un altro per illudere e per continuare ad andare avanti con il proprio operato.
Chi più ha più deve dare in queste occasioni ma non si tratta solo di beneficienza o regalie, caro premier, è una lotta per la sopravvivenza.