Home In evidenza Il governo dei migliori introduce un nuovo Stato di Emergenza che sa di fallimento

Il governo dei migliori introduce un nuovo Stato di Emergenza che sa di fallimento

by Romano Franco

Dopo l’avvento dei vaccini, delle nuove cure e delle nuove tecniche collaudate ad hoc per contrastare il virus c’è poco da fare, non appena il virus scalcia, significa che è arrivato il momento di correre ai ripari.

Ma come se la cava in tutto ciò il governo dalle millantate eccellenze? Male, proprio come tutti gli altri. Il governo dei migliori è talmente bravo da ripetere lo stesso copione che ha creato, frustrazione, rabbia sociale, povertà e disoccupazione; nonostante tutte le armi messe a disposizione negli ultimi tempi.

A cosa è servito emarginare gran parte della popolazione per farla vaccinare se poi il risultato rimane comunque la chiusura totale? L’ordine del giorno è sempre lo stesso: aumentare le restrizioni per evitare il più possibile i contatti.

Ma nulla si fa per accelerare le Asl e tenere sotto controllo gli eventuali focolai. E’ scandaloso che molti nostri concittadini, al primo tampone positivo, debbano aspettare addirittura 10 giorni dopo il primo controllo da parte degli esperti.

Lo Stato deve mettere a disposizione un servizio di eccellenza contro il virus che è stato, fino ad ora, di sola apparenza.

Il vaccino di sicuro è stato un aiuto non indifferente, ma il tracciamento rimane ancora superficiale e debole. Bisogna introdurre tamponi a tappeto nelle zone più colpite, all’interno delle città, e bisogna tenere sotto controllo paese per paese.

Con l’introduzione del Super Green Pass viene meno proprio il monitoraggio che non consente più l’accesso in determinati posti da parte di chi si è fatto il tampone, così, per indurre la gente a vaccinarsi, per non aver avuto il coraggio di imporre un obbligo, molto più giusto e meno discriminante, è stato introdotto uno strumento altamente superficiale che fa ignorare totalmente il percorso della malattia.

Ma il governo degli ignavi questo lo sa, e piuttosto che optare per scelte geniali e più creative, come ci si aspetterebbe dall’Elite, si limita a riproporre un copione già visto; proprio come quando gli strumenti contro il virus si limitavano ancora all’arco e alle frecce.

E quindi, per non saper né leggere e né scrivere, lo stato di emergenza Covid è prorogato fino al 31 marzo del 2022. È quanto prevede la bozza di decreto approvata dal Consiglio dei ministri.

La bozza si compone di 11 articoli e proroga tutte le misure legate all’emergenza. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge.

“In considerazione del rischio sanitario connesso al protrarsi della diffusione degli agenti virali da Covid-19, lo stato di emergenza dichiarato con deliberazione del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020, è ulteriormente prorogato fino al 31 marzo 2022”, si legge nel Dl.

“Nell’esercizio dei poteri derivanti dalla dichiarazione dello stato di emergenza” il Capo del Dipartimento della protezione civile e il Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e il contrasto dell’emergenza epidemiologica Covid-19″ adottano “anche ordinanze finalizzate alla programmazione della prosecuzione in via ordinaria delle attività necessarie al contrasto e al contenimento del fenomeno epidemiologico da Covid-19”.

“L’attuale contesto di rischio – si legge ancora nel documento – impone la prosecuzione delle iniziative di carattere straordinario e urgente intraprese al fine di fronteggiare adeguatamente possibili situazioni di pregiudizio per la collettività”.

Si ritiene dunque che “la predetta situazione emergenziale persiste e che pertanto ricorrono i presupposti per la proroga dello stato emergenza dichiarato con le delibere del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020, del 29 luglio 2020, del 7 ottobre 2020, del 13 gennaio 2021 e del 21 aprile 2021, e prorogato con l’articolo 1, comma 1, del decreto-legge 23 luglio 2021, n. 105, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 settembre 2021, n. 126”.

Inoltre si sottolinea nel Dl “la straordinaria necessità e urgenza di adeguare i termini relativi al quadro delle vigenti misure di contenimento della diffusione del predetto virus”.

Da qui “la necessità di provvedere alla proroga e alla definizione di termini di prossima scadenza connessi all’emergenza epidemiologica da Covid-19″.

E così il governo interviene introducendo il Super Green pass in zona bianca fino al 31 marzo. Questo vuol dire che resteranno precluse ai non vaccinati attività come i ristoranti al chiuso, i cinema, discoteche e gli stadi. Come se chi avesse le attività appena elencate non venisse penalizzato da questa misura estrema e assurda.

Che male ha fatto il settore turistico, tanto esaltato da Draghi, da prendersi il fardello di controllare i vaccinati e non all’interno dei loro locali? Perché limitare i profitti di questi esercenti rimasti chiusi per quasi due anni per un controllo che spetterebbe al governo e non al gestore del locale stesso? La vera ingiustizia, introdotta da questa misura, è proprio nei loro confronti.

Inoltre, i migliori, ci dicono che con vaccini, cure nuove e antivirali, a disposizione, non viene esclusa l’ipotesi di un ulteriore lockdown.

Infatti, su specifiche parti del territorio nazionale ovvero, occorrendo, sulla totalità di esso”: dalla chiusura di strade e parchi, cinema e teatri, allo stop alle cerimonie, fino al lockdown e alla quarantena “ai soggetti che hanno avuto contatti” a rischio. Inoltre, la bozza prevede anche la proroga della norma che stabilisce i criteri per le zone bianca, gialla, arancione e rossa.

Questa ultima ipotesi, quella del lockdown, evidenzierebbe la debacle totale di tutti gli sforzi fatti sino ad ora, dalla vaccinazione alle restrizioni e, per finire, il Pnrr.

I soldi verranno prestati dall’Europa per battere il terreno di una ripartenza che non s’ha da fare, poiché, con fame e disoccupazione che aumentano in maniera incontrollata, sono utili quanto l’ananas sulla pizza. Se la competenza dei migliori si limita semplicemente a rispolverare vecchi manuali messi in pratica e scritti da altri, non ci servono.

Il governo tecnopopulista è schematico e monotono, per quello che ci ha mostrato, non ha idee creative e si limita solo ad attraversare A per arrivare a B.

L’estro e la creatività per dare sfogo alle proprie idee non sono pratiche che si imparano in accademia, cari signori, e se non si mettono in campo nuove soluzioni meno asfissianti e più creative, e che soprattutto tengano conto di tutti gli eventuali problemi, il punto di non ritorno può essere tenuto a distanza di sicurezza.

Potrebbe interessarti

Lascia un commento