Uno dei virtuosismi della politica è rappresentato dalle battaglie per abolire la povertà e dalla persecuzione dei furbetti prevaricatori che fanno quello che vogliono all’interno di uno Stato di Diritto, o nazione, che dir si voglia.
Ma con il governo Meloni questa costante viene stralciata e, questi furbetti, possono dormire sogni tranquilli.
Infatti, attenzione cari italiani, cari patrioti, la paladina dei disonesti Giorgia Meloni è sempre a lavoro, e le idee per rendere sempre più corrotta a losca la nostra società sono sempre all’ordine del giorno.
La premier, infatti, non solo intende abbattere il Reddito di Cittadinanza, andando contro i poveri e bisognosi, ma, pur di non sembrare un governo giusto ed equo, ha cancellato anche l’articolo della legge che prevedeva sanzioni severe per i truffatori dello Stato.
La cosa davvero paradossale di questa maggioranza è che più volte si era accanita contro la norma, mettendo in risalto appunto il fatto che avesse “favorito” tutta una serie di soggetti. “Mafiosi e truffatori”, ma anche “furbetti” e “criminali” e, oggi, dall’alto del suo esecutivo, Giorgia Meloni si “fregia” di aver abolito anche i minimi anticorpi che proteggevano il sistema da questo abuso.
Che sia fatto per legittimare l’abolizione futura del RDC o per ingraziarsi i furbetti del quartierino è difficile stabilirlo, ma il dato di fatto è che il governo continua a privilegiare, al solito, il furbo a discapito del povero e dell’onesto.
Il governo Meloni, dopo averne dette di tutti i colori associando il reddito di cittadinanza a un certo tipo di comportamenti, ha – di fatto – condonato i reati collegati alle truffe.
“Nella furia di colpire i poveri, hanno finito per premiare i truffatori – attacca la capogruppo del Pd alla Camera Debora Serracchiani, intervistata dal quotidiano – Il governo ha fatto il condono che, fra i tanti varati in manovra, forse era l’unico al quale non pensava. Pasticcio, certo, ma di una notevole gravità”.
“Eliminando l’intera disciplina, e dunque anche le norme incriminatrici, si è ottenuto un risultato assurdo. Fatti salvi i reati più gravi come l’associazione a delinquere, vengono abolite le pene per tutti coloro che, per ottenere il reddito di cittadinanza, hanno fatto dichiarazioni mendaci, hanno utilizzato documenti falsi o hanno omesso informazioni dovute. E vengono meno anche le sanzioni per chi omette di comunicare le variazioni di reddito e di patrimonio”.
Per capire cosa succederà ora bisogna aspettare la risposta del ministro Nordio e l’eventuale decisione del governo di intervenire ancora sulla misura.
Ciò che è certo è che, alla fine della fiera, la protezione dei delinquenti rispetto a chi si fregia di perseguire legge e ordine diventa l’ennesimo paradosso e marcia indietro di questo governo, forse oramai più subdolo che superficiale.