Il generoso impegno di Alma Cappiello in favore dell’emancipazione femminile

Nella felice stagione del socialismo italiano si distinsero per intelligenza e competenza tante donne fra cui Agata Alma Cappiello, milanese con origini partenopee, fu una brillante avvocatessa civilista, docente di diritto, nonché consigliera comunale di Milano e deputata socialista dal 1987 al 1992 e senatrice dal 1992 al 1994.

Il suo impegno parlamentare durò circa dieci anni e ricoprì incarichi parlamentari nelle Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, nonché della Commissione Bicamerale per le Riforme Istituzionali e della Commissione Vigilanza RAI. Fu, inoltre, coordinatrice della Commissione Nazionale Parità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e Vicepresidente del Comitato delle Pari Opportunità presso il Ministero del Lavoro.

In questo senso, i socialisti furono i massimi promotori di una politica sulla parità tra uomo e donna e, quindi, Alma non lesinò mai il suo impegno, anzi lavorò intensamente alla redazione della legge 10 aprile 1991, n. 125, riguardante l’accesso delle donne nel lavoro, e della legge 25 febbraio 1992, n. 215, meglio conosciuta come legge sull’imprenditoria femminile, nonché si occupò delle adozioni, dell’affido e della legge sui Pacs. Iniziò nel 1988 la sua battaglia per il riconoscimento delle coppie gay. Sin da giovanissima nella Fgsi e, dopo, nel suo ruolo di Responsabile Nazionale Femminile del PSI operò con convinzione e determinazione per una politica che riconoscesse la parità di genere e sulla necessità di modificare i valori culturali dominanti che discriminarono pesantemente le donne nell’Italia tra la fine degli anni settanta e gli ottanta.

Nel 2005 aderì ai Democratici di sinistra e svolse anche un’attività di pubblicista, come collaboratrice a quotidiani e riviste, e scrittrice. Negli anni successivi a Tangentopoli fu anche insegnante di diritto presso l’istituto tecnico industriale statale Feltrinelli di Milano.

Morì a Milano a soli 48 anni dopo una lunga malattia e, sicuramente, merita di essere ricordata con affetto e riconoscenza per l’impegno che profuse in favore dell’emancipazione delle donne che, oggi, più che mai deve trovare nuova linfa soprattutto nell’ambito lavorativo.

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