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Il futuro dell’Europa si decide alla fine dell’anno

by Bobo Craxi

La BCE ha parimenti decretato lo stato di allerta per l’economia europea, ma per il momento non è stato adottato alcun provvedimento, fatta eccezione al (positivo) allargamento del debito concesso agli stati liberati dai vincoli, ma nessuna scossa di natura finanziaria al momento è avvenuta.

La lettera comune degli Stati del sud dell’Europa ( fra cui significativamente La Francia e la Spagna) determinano un effetto visibile ovvero che il Continente in emergenza si sta separando sulle ricette da adottare.

Questa sollecitazione, proveniente dal Governo Italiano, è stato un indubbio risultato politico positivo, d’altronde le misure economiche interne che possono essere adottate per quanto doverose ed utili non potranno scuotere più di tanto il sistema produttivo aggredito da una recessione che rischia di trasformarsi in una gravissima depressione che mette a rischio il nostro sistema sociale.

L’ex Presidente della Banca Centrale Europea ha assunto una posizione “politica”, ed è la prima volta che accade, spogliato del suo ruolo istituzionale, ha detto con tono perentorio che la politica monetaria europea dev’essere sostenuta da una “politica economica” prima che la depressione si espanda su tutto il sistema produttivo europeo e che questo sostegno non potrà che avvenire attraverso l’allargamento del debito pubblico e il differimento delle misure fiscali nei confronti di quello privato, perché solo l’alleanza fra i due potrà svolgere la funzione necessaria di garanzia per sorreggere l’immensa dote finanziaria che andrà scaricata sul mercato.

Ora il Consiglio europeo non può essere sordo di fronte alle riflessioni della figura che ha presieduto la Banca Centrale che ha posto un evidente Aut-Aut.

Grava sulle decisioni politiche, non solo l’alleanza fra i paesi sovranisti dell’EST e la Germania, ma anche l’attesa della prospettiva politica di quest’ultima che attende le sue elezioni per Novembre così come altrettanto decisive saranno le elezioni americane. Ma nella corsa contro il tempo, è difficile non immaginare che le condizioni dell’economia non potranno che peggiorare senza provvedimenti robusti e condivisi.

L’Italia registra il lieve miglioramento del contenimento dell’’epidemia, mette un tampone anche alla situazione economica, ma la dimensione nazionale sappiamo bene che non è e non sarà sufficiente. Per questo dobbiamo augurarci che si faccia largo la dottrina di politica economica rilanciata da Mario Draghi, un italiano eccellente che si unisce in queste ore agli italiani che lottano nelle corsie degli ospedali.

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