Il destino tragico del brillante deputato socialista Antonio Canepa

Il destino tragico del padre ricadde sulle spalle di Antonio Enrico Canepa che morì anche lui in circostanze tristi e drammatiche. Figlio del docente, antifascista e indipendentista siciliano, Canepa aveva lo stesso nome in ricordo del padre. Il giovane fu sempre socialista fin dalla giovane età e studiò giurisprudenza fondando a Genova la sezione genovese dell’UGI e dell’Unuri ponendo fine all’egemonia del PCI dentro l’università e portando la maggioranza studentesca ai laici, radicali e ai socialdemocratici.

Dopo aver conseguito la laurea venne nominato segretario del PSI di Imperia e nel 1970 fu eletto segretario regionale del PSI della Liguria. Nel 1972 stabilì un patto di alleanza con Sandro Pertini riuscendo ad essere eletto nella segreteria nazionale del PSI e successivamente riuscì ad ottenere un seggio di parlamentare alle elezioni politiche del 1972 approdando alla Camera dei Deputati, diventando il più giovane deputato al Parlamento e il più giovane membro della Direzione nazionale socialista.

Nel 1976 non fu riconfermato come deputato ma fu soltanto il primo dei non eletti del partito socialista e forse la grande delusione lo spinse verso il mondo della droga. Cominciò un lungo e penoso calvario umano di dipendenza dalla droga e ci furono i suoi ricoveri alla Comunità di San Benedetto al Porto, per fare cure di disintossicazione presso Don Gallo. Altre volte, sotto falso nome, all’Ospedale Villa Scassi di Sampierdarena.

Nonostante questi gravi problemi esistenziali viene eletto ancora per due volte deputato alle elezioni del 1979 e a quelle del 1983, diventando anche all’inizio degli anni Ottanta uno dei politici socialisti più vicini a di Bettino Craxi. Soltanto nel 1982 fu resa nota la dipendenza dall’eroina, durante il processo a due spacciatori che avevano rivelato che Canepa era un cliente abituale. Fu sentito dai magistrati e confessò la sua dipendenza.

Tuttavia Canepa non riuscì ad uscire dal tunnel e fu trovato morto a soli 43 anni a causa di una overdose dalla sua cameriera nella propria casa di corso Solferino, riverso nella vasca del bagno con accanto una siringa. Canepa poco prima di morire aveva lasciato la politica attiva e mirava a rientrare nell’Università di Genova dato che era docente di filosofia del diritto sperando che cambiando vita potesse essergli d’aiuto per risalire la china. Chi l’ha conosciuto lo ricorda come una persona di sicuro avvenire, di grande talento e notevoli capacità politiche. 

 

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