Il Conte, il Di Maio e il Diba: Esplode il caso Mattarella Bis

Lo scontro all’interno del MoVimento si è aperto e la rottura tra Conte e Di Maio pare sempre più evidente.

“Se Di Maio parla di fallimento e ha delle posizioni le illustrerà perché lui era in cabina di regia e come ministro l’ho fatto partecipare”, dice il leader M5s, Giuseppe Conte.

L’elezione del Mattarella Bis è stata una forzatura del Parlamento che per motivi opportunistici o di interesse nazionale ha selezionato uno dei migliori nomi circolati per la prima carica dello Stato.

Mattarella, per i suoi sostenitori e non, è stato un signor Presidente e non gli si può recriminare nulla; eccetto una mancata pulizia, pericolosa ma necessaria, all’interno del Csm corrotto.

Ma per quanto riguarda lo sfogo di Di Maio sull’elezione di Mattarella, spiega l’ex premier: “L’ho chiesto io ancora prima, comunque Di Maio avrà la possibilità di chiarire il suo operato e la sua agenda, se era condivisa o meno”.

La lite è nata quando Conte, insieme a Meloni e Salvini e con la partecipazione non troppo fausta di Enrico Letta, aveva trovato l’accordo per votare una donna Capo dello Stato (Elisabetta Belloni).

“Posso dirlo? Eravamo ad un passo, l’avevano chiuso l’accordo”, dice Conte.

Ma ci sono venti di guerra nel suo MoVimento e per l’ex premier Conte l’inverno non sarà facile dopo le parole pesanti di Di Maio quando dice che “è ora di aprire una riflessione politica interna, alcune leadership hanno fallito”. Di qui, la replica: “Luigi avrà modo di dare spiegazioni….”.

Ma mentre Di Maio affonda il suo coltello alle spalle di Conte, dopo una dichiarazione di guerra non troppo velata fatta in mondo visione, ecco che ritorna in pista un ex cinquestelle: Alessandro Di Battista.

Di Battista ha definito “vigliacco” l’attacco al leader M5S e l’ex grillino non usa mezzi termini con i suoi ex sodali. “Dodici anni fa – dice Di Battista – nasceva un movimento di cittadini all’insegna della difesa della legalità, dei beni comuni, della democrazia diretta, oggi più che mai unica chiave per evitare derive verticistiche, lobbistiche e partitocratiche”.

“Oggi quei cittadini che hanno creduto nella partecipazione e nel cambiamento si ritrovano un democristiano (non è un insulto è una constatazione) Presidente della Repubblica per la seconda volta. Io non ho nulla di personale contro Mattarella ma ritengo pericolosa per la democrazia la rielezione dello stesso Presidente della Repubblica. Lo sostenevamo tutti quanti quando venne rieletto Napolitano. Oggi – rimarca Di Battista – lo sostengo solo io”.

Ma Di Battista non era stato l’unico a sostenere questa tesi, anche lo stesso Presidente della Repubblica, Mattarella, nonché ex giudice della Corte Costituzionale, aveva paventato il rischio; ma nessuno gli ha dato retta.

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