Dopo aver parlato dello sciacallaggio delle case farmaceutiche, in un pesante rapporto di Amnesty International diffuso il 22 settembre, viene denunciato che sei aziende produttrici di vaccino contro il Covid stanno dando vita ad una crisi dei diritti umani senza precedenti.
I giganti in questione, si rifiutano categoricamente di cedere i diritti di proprietà intellettuale e di non condividere la tecnologia necessaria e, nella maggior parte dei casi, non daranno priorità alla distribuzione dei vaccini negli Stati più poveri.
Nel rapporto viene evidenziata una verità ineluttabile: l’industria dei vaccini, finanziata dai governi, non rispetta in alcun modo i diritti umani.
“Vaccinare il mondo è l’unico modo per uscire da questa crisi e, quindi, dovremmo celebrare come eroi queste aziende capaci di creare i vaccini così velocemente. Invece, per loro vergogna e nostra sfortuna, la loro posizione contro il trasferimento della conoscenza e il favore da loro concesso agli stati ricchi hanno dato luogo a una tanto prevedibile quanto assai devastante penuria di vaccini per tanti altri”, ha dichiarato Agnès Calamard, segretaria generale di Amnesty International.
“Questo atteggiamento sta facendo ripiombare parti dell’America Latina, Africa e Asia in una nuova crisi e sta portando allo stremo sistemi sanitari già deboli, con la conseguenza di decine di migliaia di morti evitabili ogni settimana. In molti stati a basso reddito neanche gli operatori sanitari e le persone a rischio di contagio hanno ricevuto il vaccino”, ha aggiunto Callamard.
“A fronte di queste enormi inuguaglianze è previsto che alla fine del 2022 BionTech, Moderna e Pfizer avranno realizzato complessivamente guadagni per 130 miliardi di dollari. I profitti non dovrebbero mai venir prima delle vite umane”, ha sottolineato Callamard.
L’accusa di Amnesty International è chiara: su 5,76 miliardi di vaccini distribuiti nel mondo, di questi, solo lo 0,3% è stato destinato agli stati a basso reddito, mentre, oltre il 79% è stato consegnato nelle mani degli Stati più ricchi. Il restante 20,7% sono stati dati agli stati a medio reddito.
Infatti, nonostante sia stato richiesto uno strumento di solidarietà internazionale come il Covax – creato per assicurare un’equa distribuzione dei vaccini – alcune aziende hanno continuato ad accantonare scorte per Stati con i magazzini pieni di dosi.
Le 6 multinazionali farmaceutiche tutt’ora hanno rifiutato di partecipare alle iniziative coordinate a livello internazionale per attuare forniture globali attraverso la condivisione della conoscenza e della tecnologia. Inoltre, queste aziende, si sono rifiutate categoricamente di cedere i brevetti, dopo la richiesta fatta da India e Sudafrica proprio mentre i due Paesi stavano attraversando una crisi di coronavirus senza precedenti. Tra le altre conclusioni dell’analisi di Amnesty International, si segnalano:
- Pfizer e BioNTech hanno finora inviato alla Svezia una quantità di vaccini nove volte superiore a quella inviata a tutti gli stati a basso reddito messi insieme, a cui è andato meno dell’uno per cento della produzione totale. Grazie agli alti prezzi dei vaccini, è previsto che alla fine del 2022 le due aziende avranno realizzato profitti per oltre 86 miliardi di dollari;
- Moderna non ha ancora inviato una singola voce di vaccino a uno stato a basso reddito, ha fornito appena il 12 per cento dei vaccini a stati a reddito medio-basso e non evaderà gli ordini per il Covax fino al 2022. Grazie agli alti prezzi dei vaccini, è previsto che alla fine del 2022 avrà realizzato profitti per oltre 47 miliardi di dollari;
- Johnson & Johnson è stata l’unica azienda a sviluppare un vaccino monodose e a venderlo a prezzi di costo, ma non evaderà gran parte degli ordini verso il Covax e l’Unione africana fino al termine del 2022. Si è inoltre opposta a fornire una licenza a un’azienda canadese, proponendo in cambio di produrre altri milioni di dosi;
- AstraZeneca ha inviato la maggior parte dei vaccini a stati a basso reddito, vendendoli a prezzo di costo, e ha trasmesso alcune licenze ad altri produttori. Tuttavia, ha rifiutato di condividere apertamente conoscenza e tecnologia nell’ambito delle iniziative dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e si è opposta alla cessione temporanea dei brevetti;
- Novavax deve ancora ricevere l’approvazione per il suo vaccino ma prevede di destinare quasi due terzi della sua produzione al Covax. Tuttavia, come le altre aziende, ha rifiutato di condividere conoscenza e tecnologia e si è opposta alla cessione temporanea dei brevetti.
Il sangue sulle mani delle case farmaceutiche è indelebile
C’è chi definisce i creatori dei vaccini eroi e chi, stupidamente, ha paragonato la vaccinazione ad una specie di Shoah, ma, il sangue sulle mani di questa gente, che non ha fatto il possibile per diffondere i vaccini nel mondo, è quasi equiparabile, in termini di numeri e non di fini o mezzi, alla carneficina consumata nei campi di concentramento.
L’abuso dell’industria dei farmaci nei confronti dei diritti, dopo essere stata sovvenzionata con miliardi di dollari tra finanziamenti pubblici e ordini d’acquisto, è una vergogna per tutti il genere umano.
Inoltre, bisogna considerare il fatto che la diffusione e la mancata inoculazione nei confronti delle categorie più fragili di tutto il mondo sono un ottimo trampolino di lancio per permettere al virus di proliferare e mutarsi, tanto da aprire scenari catastrofici con contagi in aumento e con l’incombenza di altre varianti magari più contagiose e pericolose.
Il che significa altri “soldoni” per i giganti della farmaceutica che svilupperanno altri vaccini agli stati inermi e impotenti che si faranno gabbare ancora una volta.
Affidare il destino dell’umanità a gente senza scrupoli da come risultato una catastrofe ben peggiore del virus stesso. Non si chiede alle case farmaceutiche di fare come il celebre scienziato Albert Bruce Sabin, l’inventore del vaccino orale contro la poliomelite che non brevettò la sua invenzione, ma, dopo aver fatto soldi in abbondanza, depositati addirittura in svizzera nel caso di Moderna Inc, a cosa serve rallentare la campagna di vaccinazione e non contrastare questa catastrofe chiamata Covid al meglio?
“Oggi mancano 100 giorni alla fine dell’anno. Chiediamo agli stati e alle aziende farmaceutiche di cambiare profondamente rotta e fare tutto quanto necessario per fornire, a partire da ora, due miliardi di vaccini agli stati a basso e a medio-basso reddito. Nessun dovrebbe trascorrere un altro anno tra sofferenza e paura”, ha dichiarato Callamard.
“Grazie ai miliardi di dollari delle nostre tasse e all’esperienza degli istituti di ricerca, le aziende farmaceutiche hanno avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo di vaccini per salvare vite umane. Ma ora devono intraprendere azioni immediate per dare a miliardi di persone la speranza di ricevere il vaccino, dando priorità agli stati che ne hanno maggiore bisogno, sospendendo temporaneamente i diritti di proprietà intellettuale e condividendo conoscenza e tecnologia e formare soggetti qualificati a produrre i vaccini”, ha spiegato Callamard.
Con questa strategia, noi, cittadini del mondo, veniamo messi davanti ad una realtà evidente. Le case farmaceutiche non vogliono arginare il problema per il benessere dell’umanità, anzi, più il problema si ripercuote e più soldi si fanno. Il virus per i comuni mortali è stato una tragedia, per “loro” una benedizione.
Esempi come Sabin sono sempre più rari e, oggi più che mai, vanno ricordati. Se non fosse stato per la sua invenzione molti di coloro che adesso si stanno arricchendo dal virus non sarebbero neanche vivi. Imparare da lui, no?!
Rimane scolpita nella storia la sua celebre frase:
“Tanti insistevano che brevettassi il vaccino, ma non ho voluto. È il mio regalo a tutti i bambini del mondo”
Albert Bruce Sabin
Albert Sabin, eroe vero, ideò il vaccino antipolio e non lo brevettò, proprio perché fosse disponibile a tutti. È grazie a lui che la Polio è stata debellata e milioni di vite umane sono state salvate.
L’umanità e la sensibilità sono caratteristiche che differenziano gli esseri umani dagli animali, ma quando queste due qualità vanno scemando, si può quasi affermare che la nostra involuzione in bestie è quasi ultimata.