I giornalisti della Rai protestano: “Noi crediamo che sia necessario aumentare l’informazione, non ridurla”

I giornalisti della Rai oggi hanno scioperato per protestare contro la decisione dei vertici aziendali di tagliare l’informazione regionale e sportiva, e contro l’eliminazione di una serie di diritti tra i quali vi è anche la cancellazione del confronto con i sindacati.

“Noi crediamo che sia necessario aumentare l’informazione, non ridurla”, dicono i giornalisti. Come si può dare torto ai giornalisti quando l’imprinting della Tv nazionale ha sviluppato una politica aziendale incentrata sulla ricerca di ascolti piuttosto che sul servizio pubblico.

La Rai non è più libera da tanto tempo e i programmi di cultura vengono man mano cancellati per dare sempre più spazio a varietà più inutili che belli.

Una Tv pubblica pagata dal contribuente dovrebbe partorire programmi culturali che insegnino cose anche pratiche: come le lingue straniere, il fai da te, la storia, il diritto, l’economia ecc… E deve mettere sempre al corrente il cittadino su truffe e frodi.

Servono più programmi d’inchiesta e di dibattito pubblico. Una rete pubblica nazionale, inoltre, dovrebbe garantire ai cittadini un’informazione libera e distaccata dai governi e non può, e non deve, assolutamente mai sottomettersi ai poteri dello Stato. Altrimenti, non vi è libertà d’informazione se la Stampa è alla mercé del “monarca” di turno.

“Il metodo da seguire deve essere un altro: aggredire gli sprechi invece di ridurre il servizio ai cittadini. Risparmiare su appalti e contratti strapagati e valorizzare il personale interno”, dicono i giornalisti.

“Diciamo sì ad una Rai più moderna e vicina ai cittadini, no a tagli lineari senza un chiaro piano industriale che dia un orizzonte di sviluppo coerente con il contratto di servizio”, sottolineano i dipendenti Rai.

Ma la loro, come la nostra, rimane una pia illusione. Purtroppo la Rai è e rimarrà una tv pubblica gestita, per la maggior parte, dai “clientes” strapagati della politica che, con il loro concetto distorto di libera informazione, rifilano ai cittadini un servizio scadente che batte i terreni al “regnante” di turno.

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