La follia della guerra prende il sopravvento e alle azioni violente, come ad esempio l’invio di armi sempre più pesanti in mano al governo di Kiev, la Russia saprà rispondere, solo, con altrettanta violenza. Purtroppo per noi.
Infatti dopo un giorno di fuoco, che ha visto costretto il governo di Kiev a suonare l’allarme aereo in tutta l’Ucraina, le accuse continuano a volare tra Nato e Russia.
La Nato è coinvolta da tempo in una guerra ibrida contro la Russia, dichiara il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov dopo i colloqui con il suo omologo egiziano Sameh Shoukry.
“Qualunque cosa possano dire i nostri partner occidentali – ha affermato – comunque cerchino di giustificare le loro azioni per fornire armi all’Ucraina, compresi i noti slogan secondo cui la via per la pace passa attraverso le spedizioni di armi, tutti capiscono tutto. Stiamo parlando del coinvolgimento della Nato, per un tempo piuttosto lungo, in una guerra ibrida contro la Russia, una guerra che si sta manifestando nelle azioni del regime di Kiev”.
“Osserviamo lo sviluppo delle discussioni in Occidente sull’ulteriore fornitura all’Ucraina di armi sempre più importanti, comprese armi offensive – ha aggiunto Lavrov – ovviamente, vediamo tutto e non ci limitiamo a osservare, ma adottiamo le misure necessarie per prevenire ulteriori tentativi di trasformare l’Ucraina in una minaccia ancora più grave per la nostra sicurezza e impedire al regime di Kiev di prevalere nella sua politica di discriminazione e distruzione dei diritti di tutti quei cittadini ed ex cittadini ucraini che si sentono parte della storia, delle tradizioni e della cultura russa”.
Con i nuovi invii di armi pesanti abbiamo portato credibilità alla narrazione del Cremlino, che vede l’Ucraina come una minaccia per il loro interesse nazionale.
Intanto, secondo fonti del governo di Kiev, al momento in Ucraina ci sono circa 326mila soldati russi che stanno combattendo. È la stima del capo dell’intelligence della difesa ucraina, Kyrylo Budanov.
La Russia ha mobilitato circa 300mila riservisti a fine 2022. In un’intervista al Washington Post, Budanov ha affermato che resta solo il 9 per cento delle forniture russe di missili Kalibr a lungo raggio.
Sempre secondo fonti ucraine, la Russia con l’aumento della temperatura del conflitto potrebbe prendere sempre più in considerazione il lancio di un attacco nucleare. Semmai l’Ucraina dovesse liberare la Crimea, che è stata annessa nel 2014.
Budanov ha dichiarato: “La Russia è un Paese da cui ci si può aspettare tutto!”
Se ieri Putin non poteva utilizzare armi potenti contro gente disarmata, oggi, man mano che i civili continuano ad armarsi, lo zar potrà iniziare a sfoderare il suo materiale bellico più distruttivo e sofisticato.
Se si continua su questa strada di escalation la bomba atomica in Ucraina non sarà più una Chimera e “finalmente”, solo allora i fessi guerrafondai, quelli galvanizzati dal “miracolo” ucraino, potranno inziare a svegliarsi e cominciare ad apprendere che questo scenario possa solo rappresentare una cosa: l’inizio della fine.