Di Mirko Fallacia
La guerra in Ucraina ha interrotto la catena di approvvigionamento di molte delle materie prime e il settore dell’industria e il terziario d’intera Europa è in pieno affanno.
A ricordare il tuffo nel baratro scaturito dalla guerra di Putin e dalle conseguenti sanzioni ci ha pensato Standard & Poor che parla di un aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e della diminuzione delle forniture che dureranno probabilmente fino al 2024 e forse anche oltre.
La carenza di fertilizzanti, i controlli sulle esportazioni, l’interruzione del commercio globale e l’aumento dei costi di carburante e trasporto eserciteranno una pressione al rialzo sul costo dei prodotti di base.
“La nostra analisi mostra che i Paesi a basso e medio reddito dell’Asia centrale, del Medio Oriente, dell’Africa e del Caucaso potrebbero essere i più colpiti dal primo impatto”, sottolinea Samuel Tilleray, S&PGlobal Ratings credit analyst.
L’aumento spropositato dei beni alimentari inciderà sulla crescita del Pil, sulla performance fiscale e sulla stabilità sociale, e potrebbe spingere ad azioni di rating in base alle risposte dei singoli Paesi e delle organizzazioni internazionali.
L’Ucraina e la Russia, entrambe o singolarmente, sono tra i primi tre esportatori mondiali di grano, mais, colza, semi di girasole e olio di girasole.
Insieme, rappresentano il 12% di tutte le calorie alimentari scambiate. La Russia e la Bielorussia sono stati il primo e il sesto esportatore di fertilizzanti a livello globale nel 2020.