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Guerra all’Olanda e al suo paradiso fiscale

by Romano Franco

Da diversi anni Amsterdam viene scelta da molte multinazionali come sede legale. Oramai sono molteplici le aziende italiane presenti sul suolo Olandese. Exor (Fiat) e Mediaset, aziende che hanno compiuto il “gesto” della beneficienza, avendo fatto la loro fortuna sul suolo italico, evitando di pagare l’I.R.A.P. che è fondamentale per il Sistema Sanitario Nazionale.

Ma perchè molte aziende vanno in Olanda? E non soltanto italiane, ma altre decine di migliaia aziende europee ed extraeuropee?

E sicuramente non si tratta di fattori ambientali visto che gran parte delle aziende con sede olandese ha il proprio quartier generale lontano dalla Venezia del Nord. Ed è proprio per questo che queste aziende non avendo sedi in Olanda e dunque non consumando suolo e non inquinando, sono esenti da molteplici tasse che avrebbero dovuto pagare se la loro industria e le loro sedi produttive e strutturali fossero state nel territorio.

Il trucco è semplice quanto infimo. Non produci in Olanda? Sei esente da determinate tasse. Inoltre in Olanda ha sede la Intertrust, azienda specializzata nella creazione e domiciliazione di società di ogni genere. Gli uffici di questa società gestiscono gli affari di oltre 2.800 aziende europee e mondiali, con un flusso di denaro che si aggira attorno ai 5.000 miliardi di euro ogni anno. Anche altre multinazionali come eBay, Uber e Google hanno sede a qualche chilometro da Amsterdam.

Il diritto societario olandese, rispetto a quello degli altri Paesi europei, è estremamente semplificato. A questo si aggiunge una tassazione sugli utili finanziari quasi nulla. Ciò vuol dire che le plusvalenze generate nel corso degli anni fiscali restano quasi interamente nelle tasche dei proprietari delle aziende, ben felici di questo trattamento di favore che gli viene garantito.

“È un tema che necessariamente deve essere affrontato, in Europa non si può continuare ad andare avanti con questa doppia morale”. L’attacco è nei confronti dell’Olanda che nel tavolo delle trattative all’Eurogruppo è tra i più reticenti alla proposta italiana. Questa è stata la risposta di Di Maio che non ha ancora esternato proposte.

Per Fiat si potrebbe proporre una tassa sull’inquinamento per quanto riguarda la produzione e per Mediaset una tassa di inquinamento sulle sue antenne. Però sicuramente non sarà facile inchiodare questi furbetti.

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