Gli endorsement elettorali in Sicilia di Cuffaro e Dell’Utri

A pochi giorni dalla ricorrenza della strage di Capaci si infiamma la polemica in Sicilia sull’eterno scontro tra fazioni politiche e sul modo di celebrare una ricorrenza che non può essere solo una formalità.

Interviene nella polemica anche Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso, che ribadisce con forza e determinazione la posizione della Fondazione che dirige: “Nessun candidato sarà invitato alle commemorazioni. In molti l’avevano chiesto”.

Pertanto chi ha orecchie per intendere intenda il messaggio, che appare sin troppo chiaro e che è indirizzato in special modo agli aspiranti sindaci: “Non inviteremo nessun candidato, ma accoglieremo chiunque vorrà partecipare affermando così con la sua presenza una precisa scelta di campo”.

Un invito soprattutto rivolto alla realtà di Palermo dove si svolgeranno da qui a poco le elezioni amministrative per il rinnovo di Sindaco e Consiglio Comunale e, quindi, nessun candidato alle elezioni comunali di Palermo sarà invitato alla commemorazione dei trent’anni dalla strage di Capaci.

Questa nota della Fondazione Falcone giunge dopo il duro e infuocato scontro nato dall’appoggio pubblico di Marcello Dell’Utri e Totò Cuffaro a Roberto Lagalla, che è il candidato sindaco della coalizione di centrodestra.

L’ex rettore ha comunque smentito allontanando da sé questi ingombranti sostegni: “Molti sanno come io sia stato sempre impegnato, prima come rettore e poi come assessore, in una convinta direzione antimafia e contro la malavita organizzata, agendo soprattutto sulla prevenzione educativa. Oggi siamo alla vigilia di una elezione, dove il tema del contrasto alle mafie è stato opportunamente sollevato”.

Per porre fine alla speculazione della solita retorica antimafia la Fondazione Falcone, però, ha alzato l’asticella sul piano morale ed etico richiedendo a tutti coloro che si presentano alle elezioni posizioni inequivocabili di lontananza da ambienti e collusioni con la mafia: “In questi giorni – si scrive nella nota – da numerosi candidati alle prossime elezioni amministrative sono arrivate alla Fondazione Falcone richieste di invito a partecipare all’evento di ricordo delle vittime delle stragi di Capaci e Via D’Amelio del 23 maggio. Si comunica che le celebrazioni, che si svolgeranno dalle 10 di mattina al Foro Italico, saranno aperte a tutta la cittadinanza che saremo lieti di accogliere numerosa. La Fondazione, dunque, non inviterà nessun candidato, ma accoglierà chiunque vorrà partecipare affermando così con la sua presenza una precisa scelta di campo”.

E’ comunque un invito a commemorare Giovanni Falcone rifiutando di strizzare l’occhio a personaggi collusi o condannati per legami agli ambienti di Cosa nostra.

Il riferimento a Lagalla appare piuttosto esplicito e lo stesso ex rettore pur non essendo invitato parteciperà alla giornata commemorativa.

Per la verità nessuno nega a Totò Cuffaro e Marcello Dell’Utri, che sono stati condannati rispettivamente per favoreggiamento e concorso esterno alla mafia hanno scontato le loro pene, il diritto di potere esprimere pubblicamente il loro punto di vista sulla politica e le scelte che si fanno sia al Comune e sia alle prossime Regionali.

La questione delicata è invece quando questi endorsement di vasta portata vengono richiesti dagli stessi candidati alle competizioni elettorali.

Infatti Maria Falcone sotto questo profilo non ammette sconti e non dissimula il suo punto di vista: “Chi si candida a ricoprire una carica importante come quella di sindaco e qualsiasi altra carica elettiva deve esplicitamente prendere le distanze da personaggi condannati per collusioni mafiose”.

In tal senso è intervenuto anche il cognato di Falcone, Alfredo Morvillo, anch’esso magistrato, mettendo in rilievo il nucleo centrale della questione: “Nessuno nega il diritto a Cuffaro di continuare a vivere e a fare tutto ciò che vuole, per carità, ha scontato la pena e nessuno dice che deve tornare in galera. Il problema non è lui, sono gli altri che lo corteggiano e lo inseguono”.

Sul tema di tale “corteggiamento” è stato indirizzato anche l’intervento di Claudio Fava, Presidente della Commissione Regionale antimafia, che qualche giorno fa aveva lanciato un’accusa contro Nello Musumeci.

Risulterebbe, infatti, che diversi giorni fa il governatore attualmente in carica ha incontrato Marcello Dell’Utri all’Hotel delle Palme di Palermo in modo che interceda in suo favore con Silvio Berlusconi al fine di ottenere un appoggio per la sua candidatura ancora in bilico e apertamente osteggiata da Gianfranco Micchichè: “Musumeci si tenga lontano, il 23 maggio e il 19 luglio, da chi ricorda i nostri morti – ha detto Fava-. Se frequenti i condannati per mafia non hai titolo per frequentare il ricordo delle vittime di mafia. Provare a fare l’una e l’altra cosa è solo una bestemmia. Delle peggiori”.

Musumeci ha immediatamente risposto con toni duri al punto da infiammare la polemica sui giornali e sui social dichiarando che: “Quando la mafia preparava un attentato contro di me, per avere io revocato un appetibile appalto miliardario il deputato Fava si limitava a commemorare suo padre, al cui ricordo mi sono sempre unito in ogni occasione, ben prima di assumere ruolo di governo locale”.

La polemica non si placa e anzi Fava ha nuovamente risposto a Musumeci: “In questi 37 anni ho conosciuto due specie di individui che hanno tentato di offendermi utilizzando il nome di mio padre: i mafiosi e i loro amici. Decida Musumeci a chi di loro vuol rassomigliare”.

Possiamo ben dire che al di là delle prese di posizioni formali conti per chi si accinga a governare la cosa pubblica la sostanza delle azioni amministrative posti in essere sbarrando la porta alla mafia e all’affarismo e, quindi, bisognerebbe evitare assolutamente esordi in cui ci si rivolga a personaggi ormai screditati e compromessi.

Related posts

Intervista all’on. Raffaele Stancanelli(Lega) “L’Italia è un Paese fondatore dell’Unione Europea e non può essere mai indebolito”

Intervista ad Andrea Orlando(Pd) “L’Europa non deve essere piegata sulla dimensione del rigore e dell’austerità”

Intervista all’on. Giuseppe Lupo: “Noi vogliamo l’Europa di David Sassoli, il quale diceva che ‘l’Europa deve innovare, proteggere ed essere faro”.