Home In evidenza Gli accordi tra Italia e Algeria si concludono al meglio. Ma sui diritti tutto tace!

Gli accordi tra Italia e Algeria si concludono al meglio. Ma sui diritti tutto tace!

by Romano Franco

Tolte le parate e gli striscioni, l’appuntamento ad Algeri tra governo italiano e governo algerino ha dato diversi risultati.

Dopo esserci svincolati dalla dipendenza russa, ora, il governo è alla ricerca di un’altra fonte energetica low cost; e chi meglio dell’Algeria.

Il governo del più grande paese africano è riconosciuto per limitare la libera espressione delle voci che si oppongono all’élite politica che detiene il potere da decenni, inoltre, qualsiasi opinione critica nei confronti del governo viene criminalizzata istruendo processi sulla base di accuse di terrorismo senza fondamento (anche grazie ad apposite modifiche del diritto penale), poi, vengono portate avanti azioni legali contro la società civile, viene ordinato lo scioglimento di partiti politici d’opposizione, ostacolando la costituzione e l’attività di sindacati indipendenti.

Dall’inizio del 2022, fino al 17 aprile, si stima siano state arrestate almeno 300 persone semplicemente per avere esercitato il diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero o di riunirsi pacificamente. Insomma, l’Algeria è una vera disgrazia per i diritti.

Ma nonostante l’ipocrisia, il governo italiano e l’Europa sono costretti a girarsi dall’altra parte, e poco importa se l’Algeria si rifornisce interamente di armi sovvenzionando l’industria bellica russa, poiché la crisi odierna ci impone di trovare soluzioni che indignano meno di altre.

Infatti, nonostante le premesse idealiste, in questo momento, per evitare un ecatombe di poveri l’obiettivo è abbassare le spesse dell’energia e, infatti, la missione in Algeria si è conclusa con diversi accordi presi da ambo le parti.

La missione del governo è: ridurre le emissioni di gas serra in Algeria e incrementare le esportazioni di energia verso l’Italia, anche attraverso un nuovo gasdotto per l’idrogeno.

E’ questo l’obiettivo accordato tra Eni e Sonatrach in occasione della visita ufficiale ad Algeri della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Il primo dei due memorandum, firmati dall’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi e dal presidente e direttore generale di Sonatrach, Toufik Hakkar, punta a individuare congiuntamente le possibili attività per ridurre le emissioni di gas a effetto serra in Algeria, e le migliori tecnologie da utilizzare. L’Intesa prevede inoltre progetti congiunti sulla riduzione delle emissioni di Co2 nelle strutture produttive di idrocarburi in Algeria.

Il secondo accordo, per la valorizzazione della rete di interconnessione energetica tra i due Paese volto a una transizione energetica sostenibile, mira a individuare le migliori opportunità per incrementare le esportazioni di energia dall’Algeria verso l’Italia, attraverso lo studio congiunto sull’incremento della capacità di trasporto del gas esistente, la realizzazione di un nuovo gasdotto anche per il trasporto di idrogeno, la posa di un cavo elettrico sottomarino e l’aumento della capacità di produrre gas liquefatto.

“Questi accordi testimoniano il nostro impegno nel garantire la sicurezza degli approvvigionamenti di energia all’Italia, perseguendo al contempo i nostri obiettivi di decarbonizzazione. La partnership tra Italia e Algeria oggi è ulteriormente rafforzata ed è confermato il ruolo chiave dell’Algeria come uno dei principali fornitori di energia dell’Europa”, dice Claudio Descalzi, amministratore delegato dell’Eni.

La compagnia fondata da Enrico Mattei è presente in Algeria dal 1981. Con una produzione equity di 100.000 barili di petrolio al giorno, Eni è la principale compagnia internazionale del Paese.

Un altro accordo è stato siglato tra Confindustria e il Consiglio del rinnovamento economico algerino (CREA). Lo scopo dell’accordo è quello di rafforzare la rete delle imprese italiane in Algeria e delle imprese algerine in Italia.

In conclusione anche il patto sullo spazio è andato liscio. Infatti, l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e l’Agenzia Spaziale Algerina (ASAL) si sono accordate sul quadro del Trattato e sui principi che governano le attività degli Stati in materia di esplorazione ed utilizzazione dello spazio extra-atmosferico compresa la Luna e gli altri corpi celesti.

Insomma, per la prima volta, il governo Meloni si è mosso bene; sfruttando in parte l’operato del governo precedente.

E, anche se l’odio di Giorgia Meloni per l’Islam e la sua repulsione nei confronti degli arabi hanno foraggiato la sua carriera politica all’evenienza, il premier, non si vergogna di mostrare un po’ di “sana” piaggeria nei confronti di alcuni arabi illiberali.

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