Home Attualità Giorgia Meloni: La parodia della rivoluzione comincia dai nomi

Giorgia Meloni: La parodia della rivoluzione comincia dai nomi

by Romano Franco

Si presenta al pubblico come una nuova alternativa ma recluta nel suo staff vecchi tromboni, è la grottesca vicenda del partito Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni.

La Meloni dice di essere pronta a prendere il potere come presidente del Consiglio e rivoluzionare il sistema democratico e sociale ma, tolta la sua esperienza di 21 anni “al servizio degli italiani” che si alterna come un pendolo tra anonimato e dichiarazioni scioccanti, la leader di Fratelli d’Italia è pronta a riempire i ranghi con personaggi davvero compromettenti.

Tremonti, Pera, Roccella e tanti altri personaggi di spicco del vecchio “testamento” che potrebbero davvero mettere in discussione l’idea rivoluzionaria e di novità.

Da una parte ci sono vecchi poltronari che abbracciano la causa neofascista pur di ottenere un posto a tavola e, dall’altra, c’è una leader in preda alla disperazione che è alla ricerca di un po’ di professionisti per sperare di dare un po’ di spessore ad un gruppo rappresentato dalla qualunque.

La crescita repentina del partito della Meloni, agevolato dal ruolo unico all’opposizione, ha dato la possibilità a Fratelli d’Italia di prendersi una gran fetta di elettorato.

Ma il poco tempo avuto a disposizione ha sancito tempi brevi per la selezione e, adesso, la Meloni si ritrova a far un mercato discutibile pur di alzare il livello del suo partito e non presentare i soliti “impresentabili”.

Secondo Fratelli d’Italia, la loro leader “ha scelto di comporre le liste cercando di valorizzare al meglio coloro che si sono spesi in questi anni per costruire, insieme al presidente Meloni, una proposta di governo credibile per l’Italia”.

Tuttavia dopo aver denigrato il governo Monti per anni, il partito di estrema destra, si ritrova a candidare uno dei suoi componenti di spicco, Giulio Terzi di Sant’Agata, alla Farnesina durante il Governo del professore.

Altro nome di spicco è quello di Giulio Tremonti, che nel tempo si è ritrovato sempre più a destra.

Titolare del super dicastero dell’Economia dei Governi Berlusconi, Tremonti si è ritrovato prima ministro per Forza Italia, poi Senatore con la Lega e, adesso, si schiera accanto ai fascisti di Fratelli d’Italia.

Altre personalità già note sono Antonio Guidi, già ministro della Solidarietà sociale nel primo esecutivo del Cavaliere; Marcello Pera, ex presidente del Senato (e filosofo) ai tempi del Popolo della libertà; Lucio Malan, senatore uscente per Forza Italia; e Carlo Nordio, ex magistrato.

Insomma per Giorgia Meloni la favola della nuova proposta politica finisce dal momento in cui candida vecchi dinosauri del sistema, che tanto dice di voler contrastare.

Alla fine della fiera i cittadini possono essere galvanizzati dalla novità del simbolo ma, se all’interno di un nuovo gruppo si inseriscono sempre i soliti noti, la commedia sulla rivoluzione si trasforma in parodia.

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