La sua mitraglia spara fango alle volte ritorna, proprio come una sentenza. Di chi stiamo parlando? Ovvio, della Giorgia nazionale.
Per quanto riguarda il “solito ed unico” tema dell’immigrazione, la leader di FdI, dice: “Il tema non è la solidarietà. La proposta italiana finora è stata irragionevole, perché noi pretendiamo che nazioni che difendono, come noi, un pezzo di confine dell’Ue e non fanno entrare immigrati clandestini, redistribuiscano i nostri”.
E’ questo il messaggio che trasmette la presidente di Fratelli d’Italia. Un messaggio che sottolinea fortemente la superficialità delle politiche della Meloni.
Le proposte stanno a zero o sono campate in aria e le critiche sono, come al solito, martellanti come un disco rotto. “Questo non è ragionevole – aggiunge la Meloni – e non si oppongono Orban o Morawiecki, ma la Germania e la Francia, governi che non sono considerati sovranisti. L’Italia dovrebbe chiedere una missione europea per fermare le partenze, aprire in Africa degli hotspot in cui verificare chi ha diritto ad essere rifugiato, redistribuire nei 27 Paesi solo i rifugiati e rispedire indietro gli altri. E’ l’unica proposta sensata sulla quale si troverebbe solidarietà” in Europa. Della serie: “Non vende solide realtà, ma solo sogni!”.
Tutto liscio come l’olio, come sempre, e la critica della Meloni si schianta con una realtà molto meno superficiale, sfortunatamente. Le missioni europee sono già in programma da tempo ma ci sono diversi problemi che si ignorano.
Numero uno, è di per sé difficile fare investire Paesi che non hanno problemi riguardanti la questione, si pensi alle nazioni del Nord. Lì hanno una visione distorta del problema e il cittadino medio, sicuro di un salario minimo e con ore di lavoro da paese civile, viene considerato sempre prima dell’immigrato che non conosce la lingua, gli usi e costumi. Visto che parla di crisi sociali, perché non si cerca di mettere ordine dando i giusti diritti al lavoratore?
Inoltre, parla di rispedire indietro gli immigrati, proposta già arenata sul nascere. Quando vi sono immigrati senza documenti e senza informazioni cosa si fa?
Una politica superficiale non serve a nulla se non a buttare un po’ di fumo negli occhi a chi chiede da tempo che il problema venga risolto. Bisogna organizzare un esercito europeo che collabori con la Libia, con la Tunisia e con la Turchia. E soprattutto bisogna smettere di vendere armi, sottobanco, a Paesi come il Congo, Siria, Arabia Saudita ecc…
Non risolvere le questioni in quei Paesi crea un’effetto domino. I Paesi sono in guerra civile, di conseguenza, le nazioni cosiddette di partenza diventano delle vere e proprie polveriere, grazie ai flussi migratori che mettono in crisi il sistema e le società. Inoltre, i fondi dei Paesi come l’Europa vanno nelle mani di qualche funzionario corrotto, senza avere la minima garanzia che vengano usati per risolvere il problema; ed è così che si scatenano rivolte civili che di conseguenza si trasformano in guerre.
Insomma, risolvere il problema si può. Solo che costa caro. Tutto comincia con il blocco delle vendita di armi, inoltre, bisogna intervenire con vere e proprie missioni di Pace, mandando gli eserciti Occidentali a garantire la vera pace e la sicurezza in quei territori e, soprattutto, non bisogna ignorare la gente disperata che, agitata dai soliti forcaioli dell’ultima ora, crede che il nemico sia l’immigrato che non ha alcuna capacità decisionale in Italia e che viene sfruttato, sia dai datori di lavoro schiavisti che dalle Ong. Per non parlare delle cooperative e aziende private che si dedicano, si fa per dire, al loro benessere.
Queste aziende private, cooperative, Ong e “no profit”, che potrebbero essere tranquillamente sostituite da un servizio pubblico, sono foraggiate dallo Stato per fare Business sul sangue e la disperazione della povera gente, che si tratti di immigrati e non. Quando si bloccano gli incentivi e la leva del denaro viene meno, saranno in molti a dimenticarsi del problema. Sicuro.