Fratoianni contro la Flat Tax: “Fisco progressivo e patrimoniale. Chi ha di più dia di più!”

Mentre la destra continua a sponsorizzare la Flat Tax definendola come la panacea per curare ogni male, a sinistra, Nicola Fratoianni chiede di avere un fisco più giusto che faccia da contrappeso alla misura adottata dalla destra.

La Flat Tax propone una detassazione delle aziende ed un sistema fiscale non progressivo, basato su un’aliquota fissa, al netto di eventuali deduzioni fiscali o detrazioni.

Se la matematica non è un’opinione il capitale che verrebbe meno, grazie a questo sconto alle imprese, deve essere rimpiazzato. E chi si farà carico di questa tassazione?

I lavoratori autonomi, i salariati e le piccole imprese. Imporre un sistema di tassazione progressivo che si basi sul numero dei lavoratori di ogni singola azienda potrebbe essere una soluzione alternativa; ma chi ha pochi dipendenti, al contrario, dovrebbe invece pagare di più. Il tutto per mantenere un equilibrio.

La riforma della destra secondo Matteo Salvini non è un regalo ai ricchi e, capendo poco e niente della proposta sponsorizzata da lui, dice che la tassa piatta è progressiva; evidenziando un ossimoro della proposta stessa che dovrebbe garantire un sistema fiscale non progressivo.

Ma da sinistra c’è diffidenza sulla Flat Tax che viene considerata l’ennesimo regalo a chi ha di più e da Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana, arriva una controproposta. “È ora di restituire a cittadini, famiglie e lavoratori ciò gli è stato sottratto in questi mesi dall’inflazione – dice il leader di SI – Garantendo innanzitutto a chiunque pensioni e salari dignitosi. E l’unico modo per farlo è portare un po’ di giustizia nel nostro sistema fiscale: altro che la flat tax di Salvini e Berlusconi. Fisco progressivo e patrimoniale sulle grandi ricchezze sono solo il primo passo nella direzione della giustizia. Perché chi ha di più è giusto che dia di più”.

“A maggior ragione – evidenzia Fratoianni – se guardiamo i dati sulla povertà del rapporto Eurostat, che pare non interessino a tanti protagonisti del teatrino della politica: oltre un quarto dei bambini italiani con meno di 6 anni vive in famiglie a rischio di povertà, il peggior dato dal 1995. E i loro genitori sono coloro che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese, in un Paese in cui non basta lavorare per non essere poveri. Ecco quello che la gestione economica degli ultimi decenni – conclude Fratoianni – ha consegnato ai bambini di oggi: un futuro rubato.”

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