Foibe: Le considerazioni del Prof. Egidio Tibaldi

Le foibe sono inghiottitoi naturali situati nelle aree carsiche, noti per essere diventati il “luogo di sepoltura” di tantissimi italiani.

Il 10 febbraio di ogni anno, in memoria delle vittime delle foibe e degli esuli istriani, si celebra il “Giorno del ricordo”, dedicato alle persone che hanno perso la vita o i propri cari in quel massacro avvenuto sia dopo che durante la seconda guerra mondiale.

Abbiamo incontrato a Parma il Prof. Egidio Tibaldi, noto socialista e cugino del grande Fernando Santi, che ci ha gentilmente concesso il suo tempo per raccontare questi fatti da un’altra prospettiva.

“Innanzitutto vi ringrazio per avermi dato la possibilità di potermi esprimere liberamente. Che dire, la storia a volte si ripete, ma il più delle volte può unire o dividere, come nel caso delle Foibe. Dopo il Giorno della Memoria dedicata ai nostri fratelli assassinati dai nazisti, a pochi giorni di distanza si ricordano i fratelli esuli istriani assassinati nelle Foibe: due parentesi tristissime messe in atto dal genere umano! Quando a scuola ancora non se ne parlava, mio cugino, Fernando Santi, mi spiegava questi fatti orrendi “che devono essere stigmatizzati per presentare la pace e la solidarietà come unica soluzione di riscatto dell’umanità”. Parole che ancora risuonano nelle mie orecchie. Per la nostra città il giorno 10 sarà un giorno di triste ricordo reso ancora più incomprensibile dalla presenza di una via dedicata al criminale Tito, responsabile di quegli eccidi. La cosa più vergognosa è che ciò avvenga nella città “medaglia d’oro della Resistenza” tra il silenzio di tanti, troppe organizzazioni politiche, sociali e sindacali. Alcuni anni fa già era stata inviata una richiesta all’amm.ne comunale per eliminare questa vergogna ma la risposta (di un dipendente), era stata a dir poco ignobile. Noi dell’associazione “Amici di Fernando Santi” la riproporremo con più forza uniti agli “uomini di buona volontà” della città. Le commemorazioni servono per non dimenticare, per ricordare, quindi non dimentichiamoci dei tanti italiani morti a causa della ferocia del comunista Tito. Avanti!”.

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1 comment

Sergio Sammartino 10 Febbraio 2022 - 17:35
Che esista una perdurante, anacronistica asimmetria tra il modo in cui si considerano i crimini di una parte rispetto ai crimini di quell'altra è noto. Anni fa, il sindaco di Roma Rutelli (uomo di sinistra tra i fondatori dell'Ulivo) accennò a dedicare una via al fascista "eretico" Bottai, che sempre fu capace di aprire ad a-fascisti e persino antifascisti le riviste che il Regime gli faceva dirigere e le istituzioni culturali di cui ebbe cura. Si levò un coro di grida da iene. Ma esistono ancora vie dedicate a Lenin che in 2 anni face fucilare almeno 120.000 oppositori, in maggioranza socialisti riformisti, e - come l'articolo qui sopra ricorda - anche a Tito. Il quale, in verità, non troppo facilmente può essere definito "RESPONSABILE" di quegli eccidi, che certo avvenivano anche senza il suo espresso permesso. però, su questa via, si potrebbe dire lo stesso dei pestaggi mortali eseguiti dai seguaci di Mussolini... e così il percorso si allarga al punto da rendere difficile qualunque giudizio morale sulla Storia, la quale, in effetti si riduce a un "cumulo di delitti" come diceva Voltaire.
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