Percepivano sistematicamente la pensione di invalidità e nel frattempo andavano in giro tranquillamente in auto. Altri addirittura venivano visti in discoteca a scatenarsi e a ballare con i soldi dei contribuenti. L’ennesima truffa dei falsi invalidi, finti ciechi, paralitici e altro è venuta alla luce grazie ai finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo che hanno filmato una donna mentre leggeva la posta appena ritirata dalla cassetta delle lettere.
L’ultima inchiesta coordinata dalla procura di Palermo ha smascherato dodici falsi invalidi fra città e provincia e ha svelato soprattutto la rete di complicità messa in campo da alcuni insospettabili.
Nella lista degli indagati da parte degli investigatori del “Gruppo Tutela mercato beni e servizi” ci sono medici generici e specialisti, componenti delle commissioni dell’Asp, impiegati dell’Inps e responsabili di Caf. Ognuno aveva una sua mansione nell’associazione. Dal procacciatore di finti pazienti all’addetto ai certificati, un sistema ben elaborato ai danni del paese e di quei tanti invalidi che si vedono diminuire la propria pensione ai danni dei molti che frodano il sistema.
Il colonnello Gianluca Angelini, comandante del nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo, spiega: “Le indagini hanno fatto emergere un modus operandi consolidato negli anni”. Le intercettazioni sono agghiaccianti e hanno svelato un giro d’affari da migliaia di euro.
“Sono come una prostituta”, diceva l’organizzatore del giro, che adesso risponde di truffa ai danni dello Stato, truffa aggravata per il conseguimento di contributi pubblici, falsità ideologica e traffico di influenze illecite. Si vantava di avere le mani in pasta ovunque. In un dialogo con un falso invalido rassicurava: “Quel medico è cosa nostra”. Ad un medico complice diceva di confezionare un falso certificato ben fatto: “Fallo bello pesante, queste carogne l’ultima volta l’hanno rigettato”. La gang utilizzava spesso un escamotage: attestava che l’invalido non poteva spostarsi da casa perché costretto a letto. In questo modo veniva evitata la visita della commissione collegiale.
Comprare una falsa pensione era alla portata di tutti, costava le prime dodici mensilità. Adesso è scattato anche un sequestro per due arrestati che ammonta a 100 mila euro. E le indagini proseguono anche grazie alla collaborazione dell’Inps: gli investigatori sono sulle tracce di altre truffe.
La cosa veramente terribile è che a questi delinquenti spetterebbe il massimo della pena. In altri paesi la truffa allo Stato è un reato gravissimo ma in Italia, dove viene messo in buona luce il furbetto, siamo fin troppo indulgenti e per questi reati pagano solo le persone che hanno realmente bisogno di questo contributo.