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EI FU… IL CAVALIERE

by Calogero Jonathan Amato

Correva l’anno del Signore 1821 – all’epoca il buon Dio lo si chiamava ancora in causa – e in Europa arrivò, tra il 18 e il 20 Luglio, la ferale notizia di ciò che era accaduto, in una sperduta isola dell’Atlantico meridionale, il 5 Maggio. Le news marciavano sulle gambe degli uomini all’epoca, in quel mondo dove anche il tempo procedeva con calma. Fu una scossa, e Alessandro Manzoni non rimase certo insensibile, scrisse di getto quel che ben conosciamo. Se Manzoni ebbe i suoi dubbi su Napoleone, credo che noi possiamo essere giustificati se ne proviamo per Berlusconi. Sempre scritti dai vivi per i vivi, con l’estinto ridotto a pretesto dell’onore tributato a chi resta, e soprattutto conta.

Un po’ come per i funerali, che l’ineguagliabile Avvocato considerava sfilate ad enfasi dei partecipanti. Non credo che Gianni Agnelli fosse un esperto di esequie, ma di vita si, dunque è da credere. Innegabilmente Silvio Berlusconi fu un uomo che scrisse un pezzo di Storia recente, come imprenditore e come politico, e come tutte e due insieme. Ebbe la capacità di muoversi con profitto in un mondo diventano incerto e caotico, dai valori alla deriva e popolato da mezze figure in cerca di ruolo. Non è poco. Fu l’uomo giusto per i tempi, come sempre succede a chi cerca il successo e lo raggiunge. Tempi, però, che hanno partorito una società sazia e disperata, come amava dire il Cardinal Biffi. Berlusconi seppe interpretarla. Ma da lì all’apoteosi cui stiamo assistendo, ce ne vuole.

La nostra è l’epoca delle estremizzazioni, dei record, dell’enfasi, dunque funerali di Stato, Messa solenne in Duomo, arcivescovo paramentato e il grande spettacolo da offrire al popolo, sempre affascinato dal potere che ostenta se stesso. Un tempo i miti – autentici o falsi – per essere ritenuti tali, dovevano morire giovani. Oggi non più, effetto del progresso. Alla confezione, ora provvede lo star system secondo la bisogna, e la massa applaude. Come funzionano quei meccanismi, ce lo aveva spiegato bene – già cent’anni fa – il Nerone di Petrolini, ma la storia non impara e si ripete, con le proporzioni dei tempi. Glorificato il Cav. al potere, per il “bravo!” dalla platea, serviva qualcosa di eclatante, come la giornata di lutto nazionale. E puntuale, come la morte, è arrivata.

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