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Duro intervento del Museo di Auschwitz contro la deputata leghista no vax Francesca Donato

by Rosario Sorace

Naturalmente l’ignoranza e la superficialità domina il mondo politico creando imbarazzo e vergogna nei cittadini e così ci sono personalità che esprimono idee assolutamente mistificanti e grottesche.

E’ successo all’europarlamentare leghista Francesca Donato, nota no-vax , e che sui social ha fatto allusioni ai campi di concentramento nazisti provocando l’intervento dei vertici del Museo di Auschwitz memorial.

“Parole diventate icona di odio umano che non vanno strumentalizzate. La strumentalizzazione di questo simbolo – si legge in una nota – per argomentare contro la vaccinazione che salva la vita umana è un triste sintomo di declino morale e intellettuale”.

E appunto questa rappresentante del Carroccio per rafforzare la sua campagna contro i vaccini aveva accostato questa battaglia di per sé discutibile con una frase che è assolutamente illogica e fuori luogo.

 

Infatti, la Donato, ha fatto riferimento alle frasi pronunciate dal presidente del dipartimento prevenzione dell’Apss di Trento, Antonio Ferro, che aveva affermato: “Vaccinatevi, perché la vaccinazione rende liberi”.

Quindi lei ha distorto il significato manipolandole con una dichiarazione in un social che ha pubblicato: “La vaccinazione rende liberi. Vi ricorda qualcosa?”.

E’ chiaro che si riferiva al noto e nefasto motto nazista che era apposto sul cancello d’ingresso del campo di sterminio di Auschwitz, “Arbeit Macht Frei”, “il lavoro rende liberi”.

Quindi la Donato per chi non l’avesse compreso ha continuato: “Ai più sbadati, se serve, agevolo traduzione in tedesco…”.

La Donato viene ricordata per le sue prese di posizioni duramente no vax e assolutamente antiscientifiche come quelle prese a maggio scorso in una trasmissione televisiva in cui difese la cura a base di vitamine per combattere il Covid e quando in studio venne platealmente smentita da tutti gli scienziati presenti.

Tuttavia questa volta la posizione della leghista ha oltrepassato i confini nazionali ottenendo la reazione ufficiale da parte dell’Auschwitz Memorial Museum, organizzazione che è impegnata a tenere viva la memoria dello sterminio nei campi di concentramento: “Arbeit macht frei, quelle parole sono diventate una delle icone dell’odio umano che ha portato a innumerevoli morti”, si spiega per chi non lo capisse.

“La strumentalizzazione di questo simbolo per argomentare contro la vaccinazione che salva la vita umana è un triste sintomo di declino morale e intellettuale”.

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