Oggi, il presidente del Consiglio Mario Draghi è arrivato in Libia. Pronto per la sua prima “gita” all’estero, si dice pronto a risolvere il nodo indistricabile dell’immigrazione che, non essendo controllata, ha provocato crisi sociali e culturali, senza contare tutto il gigantesco business che c’è dietro.
Il premier si dice pronto a rinnovare la partnership con la Libia in vista di una futura stabilità nel Mediterraneo che negli ultimi anni è finita sempre più sotto il controllo dei turchi e dei russi. Dopo anni di guerra, la Libia si dice pronta a voltare pagina in vista delle elezioni politiche del prossimo dicembre.
E’ un nuovo capitolo per l’Italia che, dopo un periodo di assenza, ritorna ad avere la speranza di un nuovo dialogo costruttivo dal punto di vista politico ed economico. Mossa messa in pratica dall’apertura del consolato a Bengasi, dal consolidamento di Eni oltremare e dalla delicatissima questione dei migranti. E’ questa la missione del premier che dovrà esaminare le tre delicate questioni con il nuovo primo ministro libico Dbeibah, entrato in carica il 15 marzo 2021.
Nella giornata di ieri, è stato confermato il volere del premier libico di “riaprire al più presto a investitori e ditte italiane”. Infatti ieri, ad esempio, è stato siglato un accordo per rinnovare l’aeroporto di Tripoli, ma oltre al progetto di raddoppio della cosiddetta “autostrada della pace”, frutto del controverso Trattato d’amicizia Italia – Libia siglato da Berlusconi e Gheddafi nel 2008, c’è soprattutto il capitolo energetico.
Inoltre vi è la delicata questione dei migranti. Dopo l’intesa in Ue sulla redistribuzione degli arrivi che latita da mesi, per Roma, tocca anche fare da soli. Il governo potrebbe puntare a favorire lo stop ai flussi sin dal Fezzan, la regione desertica che occupa il Sud della Libia. Una regione dove, tradizionalmente, è la Francia ad esercitare la sua influenza diplomatica. Ma “l’aggressività” di Draghi dal punto di vista internazionale e la sua influenza hanno già fatto capire che l’Italia non si farà mettere i piedi in testa a livello internazionale, almeno non da altre nazioni. Unico vero punto di forza di questa amministrazione Draghi.