Home Attualità Crisi Energetica: L’Ue si accorda per le briciole e finisce ostaggio degli interessi dei singoli Paesi

Crisi Energetica: L’Ue si accorda per le briciole e finisce ostaggio degli interessi dei singoli Paesi

by Redazione

Quasi dodici ore di trattative e dall’Europa si arriva alla conclusione che con le briciole si possa attraversare questa terribile crisi.

La sfida della pandemia aveva unito la comunità europea ma, oggi, con la crisi energetica, invece, si sta disintegrando tutto ciò che era stato fatto in passato per mantenere unita e coesa l’Europa.

La crisi delle materie prime che stiamo affrontando attualmente è di gran lunga peggiore rispetto a quella scatenata dal Covid-19, certo, molto meno variabile riguardo agli esiti; anche se il tabula rasa del conflitto nucleare ci tiene tutti ancorati allo schermo.

Tuttavia, il mercato dell’energia andrà ad assumere una forma diversa: vengono previsti acquisti comuni del gas e, forse, un nuovo Sure. Ma tutto a piccole dosi. Il minimo indispensabile per poter dire che l’unità dell’Unione europea è salva.

La Commissione riceverà formalmente l’incarico di costruire una piattaforma aggregata per negoziare gli acquisti di gas. Partecipare alla piattaforma diventa facoltativo per i singoli Paesi, e ci sarà l’obbligo di stoccare almeno il 15% del fabbisogno europeo.

La Commissione europea potrà acquistare al prezzo che vuole al Ttf di Amsterdam, ma a condizione che sia temporaneo, di ultima istanza e che non metta a rischio le forniture.

I leader hanno dato mandato alla Commissione e ai ministri dell’Energia anche di fare “un’analisi dei costi e benefici sulla misura” che, per compensare il differenziale tra prezzo amministrato e prezzo di mercato, comporterebbe un peso eccessivo sui conti pubblici di diversi Paesi membri.

Il modello è stato preso d’esempio dalla Spagna e viene sostenuto dalla Francia, ma non dalla Germania.

Secondo Palazzo Chigi è un successo, ma uno “statista” del calibro di Draghi avrebbe dovuto prevedere tutta la crisi scatenata dalle sanzioni, accorgersi prima della deriva verso cui stava andando il Paese e firmare pre-accordi con gli Stati prima di dare il via libera alle sanzioni che stanno pesando tantissimo sugli italiani.

Ma Mario Draghi si dice orgoglioso e, dopo aver mandato in malora l’economia del Paese, lasciando Bruxelles sottolinea: “E’ andata bene”.

L’accordo preso dagli stati europei potrebbe essere visto come una vittoria mutilata dall’Italia poiché il premier olandese e il cancelliere tedesco sono stati categorici e hanno confermato che “non ci sarà bisogno di nuovo debito comune, perché i soldi in cassa bastano e avanzano”. Della serie chi vivrà vedrà.

Tuttavia Macron non ci sta e parla di primo passo poiché c’è ancora molto da dire e da fare.

Secondo il premier francese si può lavorare su altri due strumenti: uno Sure 2, oppure utilizzare i prestiti ancora disponibili (circa 200 miliardi) oggi nel quadro del RePowerEu, “dando un po’ di flessibilità”.

“Abbiamo chiesto alla Commissione di agire in maniera molto urgente nelle prossime settimane. La prossima settimana si terrà un Consiglio Energia che ci permetterà di progredire e ci sarà il lavoro della Commissione che ora ha ricevuto un sostegno su tutte le proposte che ha fatto. Le prossime due-tre settimane permetteranno alla Commissione di produrre chiaramente questo meccanismo. A fine ottobre inizio novembre potremmo averlo all’opera”, dice Macron.

Molti Paesi hanno chiesto maggiore impegno da parte dell’Unione europea, anche per evitare la frammentazione del mercato unico e dare aiuto a imprese e famiglie in modo pan-europeo.

Ma per il momento l’Europa si è mossa a tentoni mettendo da parte briciole per i Paesi che stanno andando incontro a pesantissime recessioni.

Serve un’azione più forte, più coesa e altruista. Serve una decisione drastica che si erga al di sopra degli interessi nazionali dei singoli Paesi. Solo così il sogno europeo può progredire e andare avanti.

In caso contrario, invece, si prolunga l’agonia di un conglomerato di Paesi che utilizzano l’Unione Europea solo per convenienza personale e mero egoismo.

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