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COSÍ FAN TUTTI

by Bobo Craxi

Nella ridicola tenzone che ha fatto seguito al naufragio dell’autoproclamato “terzo polo” c’è tuttavia materia per trarre spunto per una riflessione di carattere internazionale.

Fra le varie contumelie che si sono scambiati i due protagonisti della vicenda ad un certo punto Calenda ha segnato la sua distanza “etica” da Renzi sottolineando come lui, a differenza dell’ex sindaco di Firenze, non abbia “mai accettato soldi a titolo personale da nessuno, tantomeno da dittatori e autocrati stranieri”.

La sottolineatura “a titolo personale” lo mette naturalmente al riparo da smentita, é più che probabile che i cospicui finanziamenti provenienti da diverse fonti, in particolare industriali del Nord, siano stati fatti in direzione di società o associazioni paralleli ad Azione.

Sicuramente tuttavia Calenda, che ha a lungo collaborato con Montezemolo, ha incrociato e sviluppato attività e business con magnati dei paesi del Golfo, Emirati Arabi in testa, non esattamente specchiate democrazie occidentali dove vengono rispettati i diritti umani. Esattamente come l’Arabia Saudita, paese per il quale sembrerebbe che Renzi eserciti un ruolo professionale di lobbysta con regolare contratto.

La questione politica, peraltro risollevata dallo scandalo scoppiato in Europa che ha riguardato esponenti del partito democratico di provenienza comunista, ci interroga ovvero sino a che punto e in quali dimensioni il rispetto degli standard internazionali su diritti umani generali, dei lavoratori, delle razze e delle religioni possa inficiare i rapporti bilaterali fra Stati differenti.

Si è rimproverato al Presidente Francese una certa indulgenza nei confronti della Cina e del suo mancato rispetto dei diritti umani, così come si solleva dalle nostre parti la riapertura del dialogo con l’Egitto dopo il caso Regeni.

Però nessuno contesterebbe agli Stati Uniti eguale indulgenza nei confronti dell’Arabia Saudita, la tiepidezza verso i soprusi di Israele o alla Germania il lungo e consolidato rapporto con la Turchia di Erdogan o con la Russia di Putin o allo Stato Vaticano il suo rapporto con l’Iran dei mullah e il Patriarca di Mosca mandante morale degli eccidi in Ucraina.

La Realpolitik e piú ancora gli interessi privati delle multinazionali e delle potenze sovrane globalizzate riescono ad imporre un doppio standard nei rapporti internazionali, un caleidoscopio di posizioni che fissano in carte dei diritti comuni delle nazioni unite un riferimento ed un orientamento generale che però viene disatteso o aggirato a secondo delle convenienze tattiche o strategiche.

Con buona pace di tutti coloro che nel Mondo si battono per il rispetto dei diritti, siano essi umani relativi a donne o lavoratori, siano essi di carattere ambientale per la difesa del Pianeta.

Non c’è quindi da stupirsi se di fronte ad accuse circostanziate di essere collusi imperi del male i soggetti colpiti da questi strali possano chiamare a propria difesa un diritto consuetudinario: così fan tutti e così continueranno a farlo in modo ipocrita, voltando le spalle ai nobili proclami sul rispetto dell’osservanza di minimi standard di legalità e moralità nel pianeta.

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