Mentre
in molti Paesi del mondo come il nostro (anche se alquanto in ritardo), è stato
chiuso tutto “o quasi”, così come anche in Gran Bretagna dove Boris Johnson ha
annunciato il totale “lockdown”, nell’America di Donald Trump si pensa alla
riapertura. “Evitare che la cura sia
peggio della malattia”. Queste le parole del tycoon dal palco della
Briefing Room della Casa Bianca in riferimento alle probabili conseguenze economiche
che il Paese potrebbe dover affrontare a seguito dell’improvvisa emergenza da Covid-19.
Ad oggi si registrano oltre 500 morti, con oltre 43.000 casi e per la prima volta
è stata superata la soglia dei 100 decessi in una sola giornata. A New York si
concentra il 60% dei casi e nella Grande Mela ci sono 12.339 casi e 99 morti.
Ma
Trump non ne vuole sapere e dichiara: “Se
fosse per i medici il mondo intero sarebbe chiuso”. E anzi, non solo non
vuole continuare con questa chiusura ma sta pensando di “riaprire l’America”. E
lo vuole fare in tempi brevi, 15 giorni al massimo. Il Presidente è realistico
sul settore economico: “Più si sta fuori,
più difficile è la ripresa”. Con una simile emergenza, in effetti, è
difficile prendere “la” giusta decisione. Perché se è vero che sono ammissibili
e concesse tutte le misure pur di salvaguardare la salute dei cittadini, è pur
vero che chiudendo tutto si rischia il collasso dell’economia. E se da un parte
bisogna affrontare e risolvere un’emergenza sanitaria che non lascia scampo,
dall’altra abbiamo un’emergenza economica che purtroppo, presto o tardi,
porterà morti, feriti e disoccupati.
Mistero
invece, sull’assenza, nella Briefing Room, del “virologo in chief” Anthony
Fauci, la massima autorità negli Usa in fatto di malattie infettive. Ma Trump
risponde che “Non è presente perché non
parliamo delle cose di cui è esperto”. È determinato il 45° presidente per
far sì che il suo intero Stato (o tutti i suoi 50 stati) non si fermino. “Il nostro Paese non è stato fatto per
essere chiuso e bloccato”. L’amministrazione lavorerà per permettere alle
economie locali di “riprendere con
cautela”. E al posto di Fauci, accanto al presidente, c’è il ministro della
Giustizia William Barr intento a spiegare gli sforzi del suo Dipartimento
contro il caro-prezzi sulle forniture mediche.
E
il tycoon non nasconde l’orgoglio e la fierezza che grida a gran voce verso
tutto il personale medico sanitario: “I
nostri esperti di sanità pubblica, che sono straordinari, stanno studiando le
variazioni della malattia nel Paese ed useranno questi dati per raccomandare
nuovi protocolli che permetteranno alle economie locali di riprendere le loro
attività in modo cauto ed al momento opportuno”.
Intanto
al Congresso Usa prosegue il confronto fra repubblicani e democratici per
trovare un accordo sulle misure da adottare tali da fronteggiare l’emergenza
Coronavirus. Trump e tutta la sua Amministrazione chiede circa 1000 miliardi di
dollari tra rinvio delle tasse e assegni diretti ai cittadini. Mitch McConnell,
leader della maggioranza repubblicana al Senato, ha proposto pagamenti diretti
di 1.000 o 1.200 dollari a persona e 2.400 dollari per le coppie. Un disegno di
legge realizzato dal partito repubblicano e ufficializzato attraverso l’Associated
Press, e successivamente diffuso anche dagli altri media. Il segretario del
Tesoro Usa Steven Mnuchin ha fatto sapere che gli assegni saranno depositati
direttamente nei conti delle persone così come proposto al Congresso. Ma non
solo, Mnuchin a Fox Business Network, dichiara che sono previsti anche 500
dollari per ogni bambino.
Insomma,
c’è da dire che Trump non vuole farsi certo sconfiggere da un virus che
purtroppo sta dilagando su tutto il territorio americano. L’America è sempre
stato uno dei Paesi più forti al mondo. Lo sarà anche adesso? Glielo auguriamo
di cuore.