“Stiamo lavorando per cercare di rinforzare il piano natalizio” esordisce così il premier Giuseppe Conte nel corso della registrazione di “Accordi&Disaccordi” su Nove. E quando si parla di resilienza dice che “le misure stanno funzionando fin qui ma ci stanno preoccupando – e hanno preoccupato anche gli esperti – quelle situazioni di assembramenti dei giorni scorsi. Faremo qualche intervento aggiuntivo”, parole che stizziscono quelle del premier, primo, afferma che: la situazione sarebbe sotto controllo se non fosse per gli assembramenti delle persone che vanno a fare shopping; e secondo, perché sostiene di avere tutto monitorato, quando pare evidente il contrario.
Non siamo noi, cittadini, a cambiare idee e regole dal tramonto all’alba, ma a questo, purtroppo, siamo abituati… Sarà sempre lontano il giorno in cui qualche esponente politico si assuma le proprie responsabilità senza trovare capri espiatori.
Ma alla domanda sui vaccini prosegue con spiccato ottimismo: “Sarebbe bello avere un’unica data dei paesi europei, una sorta di vaccine day. Spero lo si possa fare ai primi di gennaio ma per avere un impatto sulla popolazione bisogna raggiungere” una percentuale di vaccinati sufficiente, “10-15 milioni, e contiamo di averli nella primavera inoltrata”, sperando che non si arrivi in ritardo anche su quelli.
E poi, sulla scuola assicura: “C’è un grande lavoro per tornare il 7 gennaio con la didattica in presenza. Abbiamo organizzato dei tavoli con i prefetti per cercare di incrociare, rispetto alle realtà locali, i dati dei trasporti e degli orari di entrata e uscita per evitare degli orari di punta”.
Poi, parla del piano politico e dei capricci di Italia Viva che continua la sua telenovela sul Mes: dall’amministrazione dei finanziamenti parlando delle resistenze al Mes sanitario dice che “porre delle condizioni “prendere o lasciare” sarebbe sbagliato, significherebbe che non si può collaborare. Sarebbe una grave irresponsabilità fermarsi per un mancato chiarimento” dice il premier.
Ma soprattutto la domanda è, come si possono chiedere 37 miliardi di debiti senza aver fatto pulizia sulla situazione sanitaria nazionale, sugli scandali legati alla Ndrangheta, alla Camorra e ai privati che sfruttano le risorse pubbliche e il Ssn. Come si può richiedere un prestito quando è quasi tutto finito? Inoltre cosa ci devono fare con questi soldi? Quanti ospedali? quante terapie intensive? quante assunzioni? in cosa o quali progetti verranno sfruttate quelle risorse? Nessuno lo sa, tutti si limitano a chiedere e chiedere per fare cosa… Tutto tace! Sono queste le risposte che bisogna dare ai cittadini!
Vorrei dare un consiglio al socialista “opportunista” dal nome di Matteo Renzi, presenti progetti e proposte e non si limiti ad avere pretese o rivalse sui soldi pubblici, non si è capito bene a chi o cosa destinare quei soldi… Fate chiarezza e non indebitiamoci ulteriormente solo per sprechi, o per distribuire a pioggia soldi a mafie e privati.
Ma ritornando a Conte, alla domanda su un eventuale rimpasto risponde che “se ci sono delle richieste, del malessere, è giusto ascoltarli e comprenderli, per ciascuna forza politica. Dopodiché ci confronteremo tutti insieme. Una crisi credo che non farebbe male solo al paese ma a tutto l’elettorato del M5s, del Pd, di Iv che crede in un percorso”.
“Credo che con le comunali si possa fare un passo in più per le alleanze – sottolinea il premier – Italia Viva è un compagno di viaggio. In questo momento sta sollevando dei problemi, sta rivendicando delle petizioni politiche, è importantissimo ritrovare chiarezza di intenti, condivisione di obiettivi e soprattutto grande visione. Domani ci confronteremo nel merito e vediamo se ci sono le condizioni per andare avanti più forti di prima”.
E sottolinea “un governo non può andare avanti senza la fiducia di tutte le forze politiche di maggioranza, ciascuna forza politica ha la massima dignità. Se non ci fosse questo sostegno, è inutile sottolineare quali sarebbero le conseguenze”.
Domani pomeriggio alle 18.00 ci sarà l’incontro con i vertici di Italia Viva. “La norma sulla cabina di regia non è scritta – conclude Conte – se qualcuno pensa che è fatta dagli amici degli amici questo con me non potrà accadere. L’Ue ci chiede un minimo di struttura che possa garantire un monitoraggio accurato, non la gestione della spesa. Come estrema ratio dobbiamo pensare a una clausola di salvaguardia” per “l’obiettivo della speditezza. Proposte migliorative? Le attendo, le attende il Paese”. Speriamo che questa “inutile” sfida tra “maschi alfa”, possa presto concludersi.
Di sicuro quando ci sono di mezzo strumenti e risorse tutti si mettono in fila, ma, si deve far capire una cosa importante a partiti ed esponenti degli stessi… Quei soldi servono per la ripartenza e non per fare propaganda o per dare contentini di turno al proprio elettorato, si pensi in grande e si guardi il più lontano possibile affinché il nostro paese, morso dal virus, steso dal lockdown e massacrato dall’opportunismo, possa rinascere con unità e coesione, sotto la fratellanza e il patriottismo e con il grande coraggio di voler cambiare.